Formula 1 2023: il ranking dopo i test in Bahrain

La tre giorni di test in Bahrain ha regalato un primo assaggio di ciò che potremmo vedere in pista nel 2023. Ma tutto potrebbe cambiare.
Per i più appassionati i test pre-stagione sono il primo, atteso assaggio di Formula 1 dopo mesi di digiuno. Non ci sono gare, tutti svolgono il proprio programma di lavoro in autonomia senza confronti diretti, ma anche in questa situazione si possono intuire i valori iniziali delle varie macchine al via della stagione. Tra “Long run” e “Glory run”, scopriamo le condizioni dei team a pochi giorni dalla prima gara del 2023.
Red Bull: il dominio continua (per ora)
Macchina che vince non si cambia, o quasi. Stravolgere la dominante RB18 non sarebbe stata una grande idea, e un genio come Adrian Newey lo sa bene. Ma sa anche bene che chi si fermi sia perduto in F1, e quindi per tutto il 2022 ha progressivamente evoluto l’idea da cui è nata la RB18, plasmando la RB19.
La macchina al colpo d’occhio è la stessa, ma si notano svariate rifiniture (sidepod, ale anteriore e posteriore, diffusore) che hanno reso ancora più veloce il pacchetto completato da Max Verstappen. Il campione del mondo ha deluso chi sperasse in un calo: l’inizio è stato dominante, con dei test che fanno preoccupare la concorrenza.
La stagione 2023 vedrà la Red Bull partire davanti a tutti, ma occhio alla limitazione delle ore in galleria del vento a causa del breach nel Salary Cap: Ferrari & Co potrebbero recuperare presto terreno.
Ferrari: buone premesse, senza promesse
Anche la SF23 appare come un’evoluzione, non una rivoluzione, della precedente SF-75. Pure in Ferrari, come in Red Bull, hanno avuto poco da cambiare vista la bontà della filosofia su cui si è basata la nuova monoposto per il 2022. La versione 2023 è un miglioramento, con sidepod più rinifiti e meno “draggy”, un muso più corto e diverse trovate aerodinamiche (“ganci outwash”, microalette dietro l’halo, ingegnosi s-duct) che denotano molta ricerca.
I maggiori cambiamenti stanno però sotto al cofano: il grande tallone d’Achille della stagione 2022 era stata l’affidabilità, poca, che aveva costretto Ferrari e team clienti a usare meno potenza di quella disponibile, a tutto danno della competitività in pista.
I test nel caldissimo Bahrain si sono chiusi in maniera praticamente immacolata, sia per Ferrari che per i team equipaggiati con il motore della Scuderia: si segnalano solo due problemi per Bottas e Zhou dell’Alfa Romeo Sauber. Potenza e affidabilità ritrovate portano a sognare, ma un anomalo consumo delle gomme osservato nei tre giorni di test frena gli entusiasmi: serve essere pazienti.
Mercedes: ci risiamo? Test in Bahrain deludenti
La Mercedes, per alcuni sorprendentemente, ha confermato la filosofia zero pod che tanto ha fatto dannare piloti e squadra nel 2022. Per lo sport è un bene, in quanto in pista si vedono sempre più macchine simili (ispirate alla dominante Red Bull), e una monoposto così unica aggiunge valore alla categoria. Tuttavia, questa caparbietà non sembra portare risultati al momento, tanto che già ci sono voci di “Versioni B” in arrivo tra qualche mese.
La W14, per come si è espresso Lewis Hamilton, è una monoposto migliore, ma mantiene gli stessi limiti di setup delle precedente W13. Il passo in avanti pare essere stato più piccolo di quello necessario ad avvicinare Red Bull e Ferrari: il ritorno alla lotta per il campionato resta lontano.
Aston Martin e McLaren: chiaro e scuro
Tra “le altre”, le scuderie più facoltose e con progetti più ambiziosi sono di certo McLaren e Aston Martin. La squadra papaya corre per onorare il suo glorioso passato e tornare finalmente a lottare per il mondiale dopo ormai undici anni, l’Aston Martin di Laurence Stroll per scrivere una nuova pagina di storia della F1.
I test in Bahrain hanno mostrato che i due team siano su strade molto diverse. L’Aston Martin, dopo un 2022 disastroso, sembra aver iniziato la stagione in una forma miracolosa, mostrando prestazioni che addirittura potrebbero metterla in lotta per il podio domenica prossima. La simulazione gara completata da Fernando Alonso (fresco di ingresso nel team, al posto del ritirato Sebastian Vettel) nell’ultimo giorno di test, in pieno orario di gara, ha lasciato tutti a bocca aperta per la velocità e la costanza dei tempi.
Pare che il team di Silverstone abbia davvero fatto un salto di prestazioni gigantesco rispetto al 2022. Tutt’altra storia per la McLaren: Andrea Stella, nuovo Team Principal, ha dichiarato che gli obiettivi di efficienza aerodinamica che si erano posti non sono stati raggiunti, e che ci sarà “uno sviluppo aggressivo” nelle prime settimane della stagione 2023. L’iterazione attuale è lenta e scorbutica, e vista la sua dichiarata temporaneità merita pochi giudizi. L’inizio, di certo, è in salita per Norris e il debuttante Piastri.
Midfield e backrunners: meglio, con moderazione
Alpine, Haas, Alfa Romeo Sauber, Alpha Tauri, Williams. Sembra questo il ranking della seconda metà dello schieramento che risulta dai tre giorni di test in Bahrain. Certo, in realtà poco davanti alla Williams ci sarebbe la McLaren, ma la scorsa stagione ha insegnato che comunque il valore della squadra di Woking tenda a prevalere nel corso della stagione, nonostante pessimi test pre-stagione.
Alpine è la squadra di questo gruppo con più potenziale di avvicinarsi ad Aston Martin e McLaren, costituendo il vero midfield del 2023. La macchina è apparsa per larghi tratti ingestibile, con alcuni onboard di Ocon che hanno destato preoccupazioni, ma i piloti sembrano fiduciosi. La A523 non pare un passo indietro rispetto alla monoposto 2022, che era stata capace di portate il team al quarto posto nella classifica costruttori.
Per le quattro squadre rimanenti si sono visti passi avanti, ma nulla di sorprendente. La sensazione è che ogni monoposto abbia centrato l’obiettivo di migliorare le prestazioni della versione 2022, ma solo la pista dirà quanto siano riuscite ad avvicinarsi alle avversarie che le precedono. Fra pochi giorni, per loro e tutte le altre squadre arriverà la risposta.