Fallimento totale del tour africano del presidente francese Emmanuel Macron

Il tour africano del presidente francese Emmanuel Macron (1-4 marzo 2023) era giudicato alquanto controverso ancora prima della partenza. La politica estera francese nel continente, soprattutto nell’ultimo periodo, ha “urtato” molti leader e gran parte delle popolazioni africane. Dove, per decennio, Parigi aveva già tentato in tutti modi di indirizzarne il futuro.
“Il mio rapporto privilegiato tra la Francia e il continente africano, la cosiddetta “Françafrique”, sembra appartenere ormai al passato”, però Macron s’è svegliato tardi.
Così, “Macron è persona non grata qui”, titolavano sabato i media nella capitale congolese, Kinshasa, dove Macron ha trascorso l’ultima giornata del viaggio incontrando suo omologo Felix Tshisekedi.
Dopo aver partecipato a un summit sulla deforestazione in Gabon, anche in questo paese è stato pubblicamente attacco, ha trascorso qualche ora nel nord del Congo-Brazzaville, senza neanche passare dalla capitale, poi apparso per un’altra manciata di ore in Angola dove ha incontrato il collega João Lourenço, Macron è atterrato venerdì sera a Kinshasa.
Ritmi serratissimi per un tour africano che, secondo gli analisti, ha vari obiettivi: “Macron vuole salvare il salvabile della reputazione francese in Africa”; vuole “contrastare l’influenza economica di altri paesi come Marocco, Italia, USA, Russia, Cina, Turchia, Sudafrica e India”, e ancora, “Macron cerca di rafforzare le relazioni diplomatiche con quei Paesi africani che ancora “amici” della France”.
È inoltre indicativo che poco prima di lui, il ministro della Difesa francese, Sebastien Lecornu, ha visitato Costa d’Avorio e Senegal (i due dei tradizionali amici di Parigi), per firmare contratti legati alla vendita di armi. Mentre paesi come Mali, Guinea-Conakry, Centrafrica, e Burkina Faso hanno rotto ufficialmente o ufficiosamente con Parigi. Nel Sahel rimane solo il Ciad dalla parte di Macron: il giovane presidente della transizione, il 38enne Mahamat Deby, ha bisogno dell’esercito francese per rimanere al potere.
È molto interessante lo scambio diretto tra Macron con il Presidente della Repubblica Democratica del Congo, Felix Tshisekedi. Quest’ultimo ha chiesto, senza mezze parole, all’Europa e alla Francia di rispettare i Paesi africani; di smettere di trattare gli africani con l’autoritarismo e la visione paternalistica, e di rispettare le elezioni e l’autorità esecutiva del suo Paese.
Macron, in difficoltà infuriato, ha cercato di eludere: “Queste sono le opinioni di un giornalista, non del governo francese”.
La risposta congolese è stata chiara: “No, è un ministro del vostro governo!”
No solo “persona non grata in Africa”, Macron ha perso anche in Francia dove le manifestazioni sono al quotidiano contro le sue politiche sociali e geopolitiche, oltre alle critiche nell’Unione Europea a Macron che pretende di essere l’unico protagonista nella risoluzione della crisi tra Russia e Ucraina.