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Ugo Foscolo ripasso per la maturità

Ugo Foscolo ripasso per la maturità di un autore cardine della nostra letteratura. La biografia, le opere e la poetica dello scrittore nato a Zante.

Ugo Foscolo ripasso per la maturità

Lo scrittore cambierà il suo vero nome Niccolò in Ugo, sin da giovane. Nasce nel 1778 a Zante, l’isola greca. Suo padre è un medico veneziano mentre sua madre è di origini greche. Dopo la morte del genitore, la famiglia si trasferisce a Venezia, dove Foscolo frequenterà poeti e letterati. Si trasferisce a Bologna e poi si arruola per la campagna italiana contro la Franca. Il poeta si trasferisce a Venezia per qualche tempo. Successivamente raggiunge Milano e Bologna. Si arruola nell’esercito napoleonico e raggiunge la Francia. Dalla relazione con una prigioniera di guerra inglese nasce la figlia Mary. Foscolo torna ancora una volta in Italia e nel 1806 pubblica “Dei Sepolcri” e dopo tre anni diventa docente all’Università di Pavia. Lo scrittore abbandona l’Italia quando il regno lombard-veneto passa all’Austria. Prima raggiunge la Svizzera ed infine Londra dove continuerà a scrivere e pubblicare traduzioni, poesie e critiche. Muore in stato di povertà ma in compagnia della figlia nel 1827. Le sue spoglie sono traslate presso la chiesa di Santa Croce a Firenze nel 1871.

Ugo Foscolo le opere

Le “Ultime lettere di Jacopo Ortis” è un romanzo epistolare pubblicato per la prima volta nel 1799. Il poeta prende ispirazione da una vicenda reale, il suicidio di Girolamo Ortis un giovane studente. Il racconto è ricco di rimandi autobiografici perchè il protagonista Jacopo, come il poeta, ha idee liberali ed è pronto a battersi per la sua patria. Inoltre, entrambi sono tormentati e vivono un amore impossibile che per Foscolo è rappresentato da Isabella Roncioni. Le “Ultime lettere di Jacopo Ortis” si affronta anche il tema del suicidio come ultima possibilità di essere liberi.

La raccolta “Poesie”,  è del 1803 e raccoglie sonetti come “In morte del fratello Giovanni” e “Alla sera”.

Fra le altre opere si ricorda l’ode “All’amica risanata” dedicata alla contessa Antonietta Fagnani Arese e le “Grazie”. Le “Grazie” sono suddivise in tre inni dedicati a VenereVesta e Pallade.

Il carme “I sepolcri” è scritto in seguito all’editto francese di Saint Cloud del 1804. Il decreto stabiliva che le sepolture dovessero essere poste fuori dai centri abitati per ragioni di igiene.

 Il poema è composto da 295 endecasillabi sciolti che rimarcano l’importanza delle sepolture come luogo di consolazione per i vivi.

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