Violazioni della libertà religiosa: Antony Blinken inchioda l’Algeria e la inserisce nella lista della “Sorveglianza Speciale”.

Il 4 gennaio il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha pubblicato sul sito del suo dipartimento l’elenco dei Paesi che non rispettano la promozione della libertà di religione o di credo. Ha citato specificamente l’Algeria, che viene additata per le sue gravi carenze. La giunta è in preda al panico.
L’Algeria, infatti, si è inserita anche nel 2024 nella lista di “Sorveglianza Speciale” per aver commesso o tollerato gravi violazioni della libertà religiosa, nella quale figurava già nei rapporti annuali dal 2020.
Il Rapporto del 2020 ha documentato diverse violazioni tra cui la chiusura di 13 chiese e l’ordinanza di chiusura di altre sette in Algeria a partire dal 2018.
Il Dipartimento di Stato americano, la Svizzera, l’Italia, il Parlamento europeo e la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani, Mary Lawlor, non sono gli unici a denunciare queste violazioni in Algeria. La ONG “Porte Aperte“, che difende i cristiani perseguitati nel mondo ha pubblicato nel gennaio 2023 un nuovo rapporto che condanna l’Algeria in termini di libertà religiosa. “I funzionari statali stanno esercitando pressioni per limitare la libertà dei cristiani e spingerli a rinunciare alla loro fede”, si legge nel rapporto, che sottolinea anche che i cristiani sono limitati nell’esercizio della loro fede. Le cifre parlano chiaro: “43 delle 47 chiese della Chiesa protestante d’Algeria, la maggior parte delle quali in Cabilia, non possono più riunirsi”.
Anni bui per la comunità cristiana in Algeria che, nel 2020, ha visto peggiorare la propria situazione.
Nel mirino della Commissione degli Stati Uniti sulla libertà religiosa internazionale (USCIRF), la nuova Costituzione, adottata dall’Algeria descritta come un fattore di “nuova erosione” delle condizioni della libertà religiosa in Algeria. E per una buona ragione, questa nuova Costituzione è caratterizzata dalla soppressione della libertà di coscienza.
Il Paese, ha osservato Antony Blinken, ha una lunga storia di oppressione e persecuzione delle minoranze religiose. Senza dubbio si riferiva al massacro dei sette monaci di Tibehirine, commesso 25 anni fa e falsamente attribuito agli islamisti, poiché secondo recenti indagini la responsabilità dei servizi segreti algerini sia ben presente.
Nel 2022, la “caccia alle streghe” è stata caratterizzata dalla chiusura, ordinata senza motivo specifico dalle autorità del Paese, dell’associazione cattolica Caritas, dopo 60 anni di servizio a favore dei poveri. Il 27 novembre 2023, è stato il vicepresidente della Chiesa protestante d’Algeria, pastore Youssef Ourahmane, a pagare il prezzo di questa politica. È stato infatti condannato in appello a un anno di reclusione e a 100mila dinari di multa per aver celebrato un culto cristiano. Nel marzo dello stesso anno, aveva curato alcune famiglie cristiane in vacanza in un complesso parrocchiale che ospitava una cappella chiusa dalle autorità…
Tante decisioni che hanno effettivamente suonato la campana di fine per le libertà religiose in Algeria e hanno confermato che l’anticristianesimo segue ormai le orme dell’odio contro gli ebrei, consolidatosi come dottrina di Stato di lunga data, con il ricorso in modo sistematico ad una politica anti-ebraica sia da parte dei media ufficiali che da parte dei più alti vertici dello Stato, compreso l’esercito, sotto la copertura del presunto sostegno alla causa palestinese. Prova di questo presunto antisemitismo è la canzone che invita al massacro degli ebrei, cantata a squarciagola, già nel 2015, dalle truppe durante un’esercitazione di marcia della gendarmeria algerina, in occasione di una festa nazionale commemorativa della liberazione di questo Paese, alla quale hanno preso parte numerosi ebrei algerini.
Il governo algerino risponderà nel 2024, all’appello di Antony Blinken di “porre fine agli abusi come gli attacchi contro i membri delle comunità religiose minoritarie e i loro luoghi di culto?
Poca speranza. Il paese è classificato nel 2023 al 19° posto nell’indice mondiale dei paesi che perseguitano i cristiani, con la menzione di “persecuzione molto forte”, secondo la ONG “Porte Aperte”.
Trovandosi additato per nome da Antony Blinken, il regime algerino, che ha mantenuto un basso profilo nel Consiglio di Sicurezza, dove siede come membro non permanente, è stato colto dal panico. In reazione a questo rapporto, Algeri, con una confusa affermazione di “gentilezza sterile” attribuita al ministro degli Esteri Ahmed Attaf (divenuto Sta-Attaf in Arabo, supplica in Italiano), Algeri nega tutto! Limitandosi a pretendere “profondo rammarico” per le “informazioni false e inaccurate” contenute nella recente dichiarazione del Dipartimento di Stato americano sulla libertà religiosa nel Paese.
La situazione dei diritti umani e delle libertà in Algeria suscita la preoccupazione di numerose organizzazioni e organismi governativi e non governativi per i diritti umani, come aveva già raccomandato al governo algerino la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani, Mary Lawlor, durante la sua visita in questo paese lo scorso dicembre, per liberare tutti i detenuti d’opinione, i giuristi e i giornalisti.