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Termini Imerese, notti di BCsicilia si parla della Preistoria nel territorio

Nell’ambito della manifestazione Le Notti di BCsicilia e all’interno della Rassegna Incontri culturali in giardino si terrà venerdì 16 agosto 2024 alle ore 20,30 in via Danae, 15 (Mondello Valdesi) a Palermo, una conversazione dal titolo “La Preistoria nel territorio di Termini Imerese”.  Dopo la presentazione di Marcella Croce, Giornalista e scrittrice è previsto l’intervento di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia. L’incontro è promosso da BCsicilia, Associazione L’Angolo dell’Avventura, la  Casa Editrice Don Lorenzo Milani e l’Università Popolare. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

 “L’uomo sembra essere arrivato molto tardi in Sicilia”,scriveva quasi alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, il padre della preistoria siciliana Luigi Bernabò Brea nel suo libro “La Sicilia prima dei greci”, durante il Paleolitico finale, quando l’ambiente aveva raggiunto l’attuale configurazione ed il clima era leggermente più freddo dell’attuale. Egli non era diverso da noi: era l’Homo Sapiens Sapiens del tipo di Cro Magnon (dal nome del riparo della Dordogna, nella Francia meridionale, dove fu rinvenuto nel 1868). Facendo tesoro dei reperti sopravvissuti, custoditi nei Musei di Termini Imerese e Palermo, si può affermare che il territorio termitano sia stato frequentato da gruppi di cacciatori e raccoglitori paleolitici (all’incirca 13000–8000 a. C.) e poi da comunità umane che hanno percorso tutto l’arco della preistoria siciliana. Ciò che conosciamo lo dobbiamo a chi, con passione, nel corso dei decenni, ha dedicato parte del proprio tempo alla ricerca dei segni lasciati dall’uomo sin dalla sua prima apparizione nel nostro territorio. La maggior parte delle scoperte furono realizzate nella seconda metà dell’Ottocento, all’alba delle ricerche paletnologiche nel nostro paese, per mano di due amici: Carmelo Palumbo, sacerdote, ed il geologo Saverio Ciofalo, termitani entrambi, a cui si unì successivamente Giuseppe Patiri, uomo erudito molto più di altri contemporanei. Senza dimenticare, nell’arco di un secolo, il contributo di  studiosi come Luigi Mauceri, Ettore Gabrici, Jole Bovio Marconi, Paolo Graziosi,  Giovanni Mannino, Sebastiano Tusa, e le diverse personalità italiane e straniere, come il Von Andrian, lo Schweinfurth, il Vaufrey, che all’inizio del secolo scorso, richiamati dalle scoperte avvenute, visitarono il territorio.  Senza il loro contributo saremmo orfani del nostro passato.

L’incontro è un lungo viaggio attraverso la presenza dell’uomo preistorico nel territorio termitano a partire dalla prima scoperta, circa 150 anni fa, per opera dell’erudito sacerdote Carmelo Palumbo, che rinvenne in una contrada di Termini i segni dei nostri antichissimi padri, allorquando traevano vita nomade e quasi selvaggia. Successivamente a quel primo ritrovamento, che si inseriva nel grande fermento di ricerche che in Europa avrebbe portato alla nascita della moderna paletnologia, le scoperte si moltiplicarono, contribuendo a delineare le varie facies culturali che si sono succedute, in una dozzina di millenni, nel territorio termitano.

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