Perchè si usano certe parole e non altre?
Perché si usano queste parole e non altre? Per quale motivo si sceglie un percorso di scrittura che tende alla continua spiegazione di quello che si scrive?
Perché non si mettono le parole più appropriate all’urgenza narrativa e al ritmo invece di scegliere un ritmo discorsivo, piano, senza impennate, noioso?
La scrittura viene fuori da un lavoro di difficoltosa estrazione progressiva, accumulativa facendo attenzione a seguire la logica che viene dipanandosi con molta tranquillità, senza salti, sbalzi, contrazioni, tensioni?
La lettura prevede uno sforzo di vigilanza che fa fronte allo scrivere dispiegato come l’apertura di una pagina già finita o come il filo grezzo che si estrae da una spola che pian piano si svolge?
[Bruno Chiarlone Debenedetti]