Carnevale, l’uomo e il suo destino. Un rituale di comunicazione e trasgressione
Semel in anno
licet insanire! (Una volta all’anno è lecito festeggiare)
Carnevale, ovvero dal latino “carnem levare” (eliminare la carne) parola che anticamente indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di carnevale subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.
La celebrazione del Carnevale ha però origini in festività ben più antiche.
Nell’antico Egitto vi era il periodo del Carro navale di Iside, la festa in onore della dea egizia Iside che prevedeva la presenza di gruppi mascherati. In Babilonia poco dopo l’equinozio primaverile si riviveva il processo originario di fondazione del cosmo, descritto miticamente dalla lotta del dio salvatore Marduk con il drago Tiamat . Durante queste cerimonie si svolgeva una processione nella quale erano allegoricamente rappresentate le forze del Caos che contrastavano la “ricreazione” dell’Universo, cioè il mito della morte e risurrezione di Marduk. Nel corteo c’era anche una nave a ruote su cui il dio Luna ed il dio Sole percorrevano la grande via della festa.
Questo periodo, che si sarebbe concluso con il rinnovamento del Cosmo, veniva vissuto con una libertà sfrenata ed un capovolgimento dell’ordine sociale e morale.
Le cerimonie carnevalesche, diffuse presso i popoli Indoeuropei, mesopotamici, e di altre civiltà hanno sempre una valenza purificatoria e dimostrano il bisogno dell’uomo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo. A Carnevale l’orgia corrisponde al Grande Tempo, all’istante eterno, alla sospensione di tutte le norme.
Lo scatenarsi della licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari, ad altro non mirano che alla dissoluzione del mondo .
Il Carnevale si inquadra in un ciclico dinamismo di significato mitico: la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Esso riconduce ad una dimensione metafisica che riguarda l’uomo e il suo destino. In primavera, quando la madre Terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi.
Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: le maschere . Diventa così possibile la comunicazione tra vivi e morti. Alla fine il tempo e l’ordine del Cosmo, sconvolti nella tradizione carnevalesca, vengono ricostituiti con un rituale comprendente la lettura di un “testamento” e il “funerale” del Carnevale il quale spesso comporta il bruciamento del “Re carnevale” rappresentato da un fantoccio.
Nel XV e XVI secolo, a Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate “trionfi” e accompagnate da canti carnascialeschi; celebre è il Trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio da Lorenzo il Magnifico. In seguito nasceranno in ogni parte del mondo manifestazioni singolari che ancora oggi sono vissute pienamente anche se la simbologia è spesso andata perduta.