App Immuni Covid 19 in arrivo sugli smart
Da qualche ora sugli smart di milioni di cittadini Google ha inserito una nuova impostazione. La possibilità di tracciare i contatti in accordo con una delle app del sistema sanitario. Così si legge nelle informazioni.
App Immuni: Google e Apple pronti
Sarebbe pronti i veri possessori dei dati di milioni di cittadini, i tutori della privacy e della discrezione. Così sembra. Intanto il ministero dell’Innovazione ha pubblicato i codici dell’app Immuni. Lo si legge in tutte le agenzie stampa. Stanotte su Github, la piattaforma dove gli sviluppatori da ogni parte del mondo possono confrontarsi su progetti specifici, sono stati caricati i documenti sul funzionamento del software dell’app per il contact tracing scelta dal governo. Il codice sorgente dell’applicazione era l’ultima parte ancora non pubblicata di Immuni.
Google e Apple con Immuni
La battaglia contro il Covid vede impegnatissimi Google e Apple che in questi giorni hanno messo in campo i loro saperi e, da ciò che si apprende da diversi articoli, i dati raccolti saranno conservati sui singoli device e non su un server centrale. Immuni rispetterà la privacy infatti non traccerà gli spostamenti, ma solo alcuni i contatti tra smartphone; non sarà obbligatorio scaricarla, né usarla; i dati raccolti potranno essere condivisi solo previa autorizzazione del possessore dello smartphone; tutti i dati raccolti e condivisi con il server centrale (gestito da Sogei), dovranno essere cancellati entro dicembre 2020.
Google e Apple: aggiornamenti per Covid
Ormai effettivo su tutti gli smartphone Android superiori a 6 e nella versione 13.5 di iOS per iPhone. Niente di invasivo o di particolare, non è nemmeno la app di tracciamento ma un sistema che adopera il Bluetooth per evidenziare il potenziale contatto con un soggetto positivo al Coronavirus. Per la prima volta nella storia Apple e Google lavorano insieme. Infatti sarà poi una app dello Stato a terminare l’operazione per ora si tratta solo di dati. Dati che resteranno negli smart. I colossi della tecnologia hanno lavorato insieme per rilevare Sulla base della durata del contatto, della potenza del Bluetooth, e di altre caratteristiche dello “scambio” di segnale, le varie app nazionali potranno stabilire cosa considerare come “evento” potenzialmente a rischio.