Villa Manzoni a Roma, i suoi misteri inquietanti
Villa Manzoni a Roma è avvolta nel mistero. Apparizioni angoscianti e rumori hanno reso villa Manzoni uno dei luoghi più inquietanti d’Italia.
Villa Manzoni, i misteri
Villa Manzoni si trova sulla via Cassia, a Roma dove secoli prima sorgeva una residenza di epoca romana.
Immersa nel verde, la magione sarebbe un luogo maledetto. Fra le sue stanze si aggirerebbe una moltitudine di spiriti. La spiegazione sarebbe da ricercare nel passato.
L’edificio dei conti Manzoni è edificato sopra i resti di una villa dell’antica Roma. La villa, a sua volta, aveva preso il posto di una necropoli etrusca. Infatti fra le anime che qui si aggirano ci sarebbero degli antichi etruschi. E non solo, si dice che ci siano spiriti evocati da riti satanici.
Le testimonianze parlano di rumori angoscianti, apparizioni ed inspiegabili fenomeni luminosi. Inoltre, la residenza presenta simboli alchemici ed esoterici e disegni misteriosi. I disegni decoravano le varie stanze ed hanno contribuito alla diffusione della fama di luogo maledetto.
Tantissime le storie e le leggende riguardanti i vasti cunicoli della villa che a lungo hanno dato riparo a senzatetto e sbandati. Al loro interno ci sarebbero tracce di sacrifici animali, scritte diaboliche e frasi minacciose.
Villa Manzoni, la storia
L’elegante dimora, voluta dai discendenti dello scrittore Alessandro Manzoni, prese forma nei primi anni venti del 1900. Il progetto è dell’architetto romano Armando Brasini che ideò una residenza raffinata, dotata di stalle e dependance, e con un parco di nove ettari.
Occupata durante la seconda guerra mondiale dalle truppe alleate, diviene , nel tempo, un ristorante. Successivamente è lasciata in stato di abbandono.
Dopo lunghi anni di abbandono negli anni 2000 passa ad una società americana . Gemiti e suoni misteriosi indussero quasi subito l’ente americano a rivendere il bene che è poi, dopo lunghi restauri, diventata la sede dell’ambasciata del Kazakistan.
Armando Brasini, l’architetto alchemico
Armando Brasini si è distinto per il gusto barocco e la passione per l’alchimia.
Nato nella capitale nel 1879 è stato uno dei grandi architetti del ventennio fascista ricoprendo numerosi incarichi. Oltre ad aver firmato il palazzo del governo di Taranto si è occupato del palazzo della cassa nazionale infortuni e di un ambizioso piano urbanistico mai approvato.
A Roma si trovano alcune delle sue grandi opere come il ponte Flaminio e la chiesa del sacro cuore immacolato di Maria. Di grande pregio è villa Brasini, nota anche come il castellaccio. Si tratta di un’imponente costruzione adibita a sua residenza. Finemente decorata con marmi e stucchi, presenta numerosi simboli alchemici ed esoterici. Il vasto complesso è impreziosito da statue e fontane. La casa ha una cattiva fama tanto da essere detta “del pianto”.
Durante la seconda guerra mondiale è stata requisita dai tedeschi che vi svolgevano gli interrogatori e le condanne a morte. Secondo alcuni testimoni l’edificio sarebbe infestato dagli spiriti o da presenze non identificate.
Oggi, il castellaccio è parzialmente affittato come residenza di lusso mentre le restanti zone accolgono eventi e manifestazioni culturali.