Due Cuori Andimirronai: Noa e Paolo Fresu
Noa e Paolo Fresu sono gli interpreti del brano “Due cuori – Andimironnai”, composto, arrangiato e orchestrato dal musicista Andrea Granitzio sulla tradizionale melodia del canto sardo Andimironnai.
Il lavoro esce ufficialmente domenica 21 marzo
con la preziosa collaborazione della Budapest Art Orchestra diretta da Peter Pejtsik ed è disponibile nelle principali piattaforme di musica in streaming.
La cantante israeliana Noa e il trombettista berchiddese Paolo Fresu si fanno delicati interpreti di “DueCuori – Andimironnai”, brano composto, arrangiato e orchestrato dal pianista e compositore sardo Andrea Granitzio, in uscita domenica 21 marzo sulle principali piattaforme di streaming.
Andimirronai: cosa è
Il lavoro affonda le sue radici sulla melodia dell’Andimironnai, tradizionale canto sardo monodico, tanto antico da far parte di quelle radici culturali della Sardegna di cui si è persa la memoria, e si inserisce all’interno di un più ampio progetto volto a valorizzare i prodotti culturali identitari della Sardegna.
Alla realizzazione del brano ha collaborato anche la Budapest Art Orchestra diretta da Peter Pejtsik, e una importante rosa di musicisti composta da Alice Marras e Stefania Secci Rosa ai cori, Gianluca Pischedda al violoncello, Alessio Povolo al contrabbasso e Daniele Russo alla batteria. Nel lavoro di scrittura e realizzazione del brano Andrea Granitzio (che in “Due Cuori – Andimironnai” suona il pianoforte) si è avvalso della preziosa consulenza del poeta Mario Brasu e dell’etnomusicologo Marco Lutzu. Le grafiche e i video che accompagnano la presentazione del progetto sono a cura di Fabio Coronas.
Andimirronai: la tradizione sarda
“È stato un affascinante percorso di ricerca attraverso la tradizione musicale dell’isola – racconta il pianista e compositore Andrea Granitzio -, i primi cenni su questo antichissimo canto popolare risalgono al 1778 (Madau, Le armonie de’ sardi) e poi al 1840 (Spano, Ortografia Sarda Nazionale 1840). Le sue origini si perdono nel tempo, cosí come la melodia e le parole, sempre improvvisate tranne che nel ritornello, che ho riportato cosi come ho sentito cantare da bambino, e intorno a cui ho costruito l’intera ossatura del brano. Sulla base della melodia tradizionale ho scritto la musica, nata al pianoforte poi orchestrata per archi, e in seguito le parole, come se una madre parlasse alla propria creatura per infonderle senso di cura e protezione.”
Il brano è stato registrato presso il Jane Studio di Cagliari con la direzione dell’ingegnere del suono statunitense Marti Jane Robertson che ha curato anche il mix e il mastering. Noa (che ha voluto arricchire i preziosi versi in sardo con l’ultima strofa in ebraico) ha inciso la sua voce nel suo home studio a Tel Aviv, Paolo Fresu ha registrato la sua tromba presso l’Over Studio di Cento (Ferrara) con il tecnico del suono Angelo Paracchini, e la Budapers Art Orchestra ha inciso presso l’East Connection Music Recording, Studio 22 a Budapest.