Le pesche, la leggenda sul loro nome
Le pesche e la leggenda sul loro nome. Originarie della Cina, in Oriente sono considerate il simbolo dell’immortalità.
Le pesche e la leggenda
L’origine del termine pesca non è del tutto chiaro. La leggenda vuole che un pescatore, ormai giunto in porto, iniziò a pulire il pescato. Nel ventre di uno dei pesci trovò un nocciolo molto particolare che lui non aveva mai visto. Lo mise da parte e giunto a casa lo piantò nel suo giardino. Il pescatore se ne prese cura con passione ed un giorno vide spuntare un germoglio. Lentamente crebbe un bellissimo albero dai fiori profumati e dai frutti succulenti.
Era un pesco.
In ricordo del provenienza del nocciolo venne chiamato pesca.
L’albero del pesco e i suoi frutti
In tutto il mondo il pesco e i suoi frutti sono considerati beneauguranti e legati al mondo dell’aldilà.
In Cina una credenza popolare afferma che le pesche possano preservare il corpo dopo il trapasso. L’unica condizione è che la pesca sia consumata poco prima del momento di spegnersi.
In altre culture l’albero della pesca è sacro e simboleggia la rinascita e l’arrivo della bella stagione.
Invece, in Giappone è ritenuto utile per tenere lontane le forze del male.
Le pesche in cucina
Le pesche sono largamente coltivate in Italia. Non è del tutto certo come questi frutti vi siano giunti.
Secondo alcuni sarebbero state portate dagli antichi romani mentre per altri sarebbero state diffuse da Alessandro Magno.
Contengono buone quantità di fibre, di ferro, di potassio, di vitamina A e di vitamine del gruppo B.
Per sperimentare nuovi sapori, le pesche si possono accostare al pesce e alla carne.
Invece, se si vuol rimanere sul gusti classici si possono preparare marmellate, gelati e frullati.
Grazie alla loro polpa succosa e dolce, le pesche sono l’ingrediente perfetto per crostate e torte.
Invece, i noccioli si possono utilizzare per raffinati liquori.