Gotta e prevenzione. L’intuizione di John Locke e l’alimentazione vegetariana
La gotta è da sempre una malattia delle classi agiate, intere dinastie di re ne hanno sofferto tanto che Piero de’ Medici era soprannominato il gottoso ed anche il Re Luigi XIV, si legge nelle cronache del tempo soffriva di attacchi di gotta. Della gotta però si trova traccia anche in antichi testi greci e latini. Il Corriere della Sera a tal proposito ha intervistato il dottor Carlomaurizio Montecucco, responsabile della Divisione di reumatologia al Policlinico San Matteo di Pavia che spiega come mai, nella storia la gotta è sempre stata indicata come malattia dei benestanti: «L’immagine tipica del gottoso è l’uomo in sovrappeso, con una bottiglia di vino in mano. In passato ciò era vicino al vero: la gotta infatti è associata a una dieta ricca di carni, insaccati, formaggi, dolci, ovvero a un’alimentazione che nei secoli passati e fino al secondo dopoguerra era appannaggio dei ricchi. Però conta anche la predisposizione genetica: ecco perché i casi di gotta si concentravano soprattutto in alcune nobili famiglie». Ma, uno dei primi a suggerire una dieta a base di verdure per sconfiggere la gotta è stato sicuramente il filosofo John Locke. Solo qualche secolo dopo si scopre che il dolore articolare causato dagli attacchi di gotta era dovuto all’acido urico. Nella società attuale, l’alimentazione è curata molto male e la gotta è tornata ad essere un male diffuso,tanto è che per informare l’opinione pubblica sul tema la Societa’ Italiana di Reumatologia (SIR) e la Societa’ Italiana di Medicina Generale (SIMG) promuovono per la prima volta in Italia l’iniziativa ”Mese della Gotta” (www.lagotta.it), che prevede un fitto calendario di iniziative gratuite che si svolgeranno nel mese di novembre in 8 piazze e 20 centri commerciali nelle piu’ importanti citta’ italiane per fare informazione sulla malattia. La Campagna verra’ realizzata con il contributo non condizionato di Menarini.