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Is Fassonis una regata sulla laguna

La Sardegna l’Isola delle meraviglie, dove le superfici d’acqua degli stagni e dei laghi dipingono paesaggi suggestivi, dovuti anche alla straordinaria ricchezza dei loro ecosistemi. Molti degli stagni costieri della Sardegna sono classificati dalla Convenzione Internazionale di Ramsar siti naturali da proteggere per le rare specie della flora e della fauna presenti.

Nel territorio dell’Isola quasi al centro della costa occidentale si è formato nel tempo lo stagno di Pauli Maiori, territorio di Oristano, Santa Giusta. Si tratta di uno stagno di modeste dimensioni, che riveste, come gli altri stagni oristanesi, una rilevante importanza naturalistica. È una distesa di acqua salmastra, circondata dal più esteso canneto della Sardegna, abitata da aironi, fenicotteri rosa, fologhe, cavalieri d’Italia, dal falco della palude e dal pollo sultano: una riserva di grande interesse per gli appassionati di birdwatching . Proprio qui, nello stagno di San Giusta, ogni anno si celebra la regata de Is Fassonis, una rievocazione storica proposta per celebrare e far conoscere le antiche tradizioni sarde legate al mare, all’acqua e alla pesca nelle paludi e negli stagni.

Is Fassonis sono tipiche imbarcazioni tradizionali risalenti ai tempi in cui i Fenici erano giunti sulle coste sarde. È certo che barche molto simili a quelle di S. Giusta sono state rinvenute presso il lago Titicaca in Perù, a testimonianza del loro uso presso le popolazioni precolombiane.
Si tratta di barche realizzate con il fieno palustre o falasco, a parte gli scalmi di canna ed i sostegni in tamerice ed il loro nome deriva appunto dai fascioni di canne, che crescono in abbondanza sulle sponde dello stagno, con cui vengono realizzati. La raccolta delle erbe palustri, materia prima per la realizzazione di su fassoni, avveniva nei dintorni della laguna tra la fine di maggio e i primi giorni di luglio; successivamente le erbe si lasciavano essiccare e venivano utilizzate per formare covoni legati con corde vegetali. Durante la costruzione, venivano inserite tra i fascioni delle cannette che avevano la funzione di rafforzare la struttura dell’imbarcazione. L’uso tradizionale di queste barche, che vanno spinte con grande perizia con l’aiuto di una lunga pertica da parte del barcaiolo che deve rimanere in piedi, era legato alla pesca (soprattutto del muggine, pesce molto comune nella laguna), ma naturalmente fungevano anche da mezzo di trasporto per gli spostamenti tra i siti abitativi e di lavoro

Ogni pescatore provvedeva alla costruzione del proprio fassoni e, avendo questo una durata limitata,poiché si impregnava d’acqua, di solito ne doveva realizzare almeno tre all’anno.
La costruzione avveniva nella propria abitazione oppure direttamente nelle rive dello stagno. Su fassoni veniva utilizzato in laguna e nelle paludi vicine per la pesca col palamito, con le nasse, con le reti. Appena finite le operazioni di pesca, il pescatore aveva cura di mettere su fassoni ad asciugare poggiandolo in posizione verticale, sostenuto dai remi.

La competizione che si svolge nella prima domenica d’agosto,si basa sulla velocità, oltre che sull’abilità dei regatanti, i quali devono stare in piedi e, mostrando grande equilibrio, spingere “su fassoni”, facendo leva sulla pertica che affonda nel letto dello stagno. Alla regata oltre is fassonis si confrontano anche i cosiddetti “cius”,imbarcazioni in legno con il fondo piatto, che nel tempo hanno soppiantato l’uso dei fassonis e ancora oggi sono in uso per la pesca negli stagni oristanesi.
Durante la gara i regatanti si sfidano con i cius a remi, su fassoni a remi e su fassoni a cantoi, dove il remo è sostituito da una lunga pertica ottenuta legando insieme tre robuste canne.

 

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