Il Mandala lo specchio dell’anima in cui leggere noi stessi
I Mandala in sanscrito significa letteralmente “cerchio”, anche se le traduzioni tibetane lo rendono talvolta con “centro” o con “ciò che circonda”. Forma religioso estetica, caratteristica del buddismo, i mandala, secondo l’antica tradizione, vengono tracciati a terra con polveri colorate oppure dipinti, in infinite varietà di forme. Sono da sempre utilizzati da guide spirituali, sciamani e guaritori come strumento di meditazione e fonte di saggezza. E’ il mandala una immagine simbolica in cui convivono due forme geometriche fondamentali: il quadrato che indica l’armonia da raggiungere nel mondo materiale, al fine di poter poi conseguire la perfezione spirituale rappresentata dal cerchio.
Di fatto il Mandala è un disegno abbastanza complesso, costituito da un bordo esterno ed uno o più cerchi concentrici che racchiudono un quadrato suddiviso in quattro triangoli, al centro del Mandala, così come ad ognuno dei triangoli, si trovano altri cerchi che contengono le figure delle divinità o i loro emblemi. Talvolta esse sono di aspetto terrificante, talvolta paradisiache.
Il Mandala presenta uno schema iconografico con moltissime varianti: alcuni ci ricordano dei labirinti, altri dei palazzi, altri giardini; in essi vi compaiono disegni di fiori o di cristalli, tanto che pare di riconoscere all’interno un diamante o il fiore di loto.
Ci sono anche Mandala quadrati o poligonali, ma tutti rappresentano una forma di energia che si sviluppa ed agisce proprio in base alla combinazione di colori, forme,simboli e lettere. Esso rappresenta una vibrazione che si manifesta attraverso il rapporto spazio-tempo, spazio interiore, dell’anima e spazio esterno a noi, l’Universo.
Il mandala è lo specchio dell’anima e dell’Universo e porta in sè sia le energie dell’anima umana, sia quelle della Natura. D’altra parte i Mandala rappresentano particolari energie sottili, che con opportune combinazioni, esercitano la loro azione anche fuori di noi, nello spazio e possono mettere chi li osserva sotto l’influsso positivo delle forze che loro stessi raffigurano.
Il Mandala più semplice è lo Yantra, utilizzatto dall’induismo, e il cui termine significa letteralmente “ciò che serve a trattenere”: è un diagramma che si disegna sia su carta, che legno o metallo. Tuttavia le due tecniche si differenziano per la complessità: lo Yantra è molto più schematico, limitandosi ad usare figure geometriche e lettere in sanscrito, mentre nel Mandala sono rappresentati anche, in maniera talvolta particolareggiata, luoghi, figure ed oggetti.La sua struttura comunque può essere considerata il paradigma lineare del Mandala.
Uno Yantra infatti è costituito da una serie di tre triangoli, quattro con la punta in alto, cinque con la punta in basso, in mezzo a parecchi centri concentrici e delimitati da un quadrato a quattro porte. Inoltre il triangolo con la punta in basso rappresenta lo yoni, e dunque la divinità femminile, la Chakti; quello con la punta in alto indica Schiva, la divinità maschile. Il punto centrale (bindu) riporta al Brahman. Ecco perchè diciamo che il suo simbolismo è la rappresentazione delle manifestazioni cosmiche.
Sia lo Yantra, nella sua semplicità, che il Mandala sono al tempo stesso l’immagine dell’Universo, come pure una teosofia: la creazione cosmica è una manifestazione della divinità. Se disegnato su una stoffa il Mandala serve a “sostegno” alla meditazione: lo yogi lo utilizza come difesa contro le distrazioni. Il Mandala concentra, rende il meditante immune dagli stimoli esterni, infatti,. penetrando mentalmente nel centro del Mandala, il meditante si avvicina al proprio centro. Conosciuti per la loro forte azione già nell’India dei Vedanta,i Mandala sono una manifestazione del Buddhismo Tantrico che, grazie alla loro struttura ed alla colorazione complessa, hanno suscitato un enorme interesse in tutto l’Occidente. Utilizzati nel rituale della liturgia tantrica essi sono una parte del rito di iniziazione che si svolgeva all’interno di questi simboli.
Nell’evoluzione Mandala e Yantra vengono usati per riequilibrare un nostro
stato d’animo o un ambente, per modificarne il sistema energetico o il campo energetico. Questi meravigliosi simboli producono un campo energetico completo che coinvolge, collegandole l’una all’altra, la dimensione fisica, psichica, emotiva, mentale e spirituale. Essi possono anche influenzare la nostra interiorità, la nostra coscienza. Se noi osserviamo, meditiamo sul mandala in noi emergerà qualcosa di nuovo,di profondo; i nostri pensieri, le nostre sensazioni, la nostra consapevolezza si miglioreranno. Anche un grande studioso della psicologia occidentale ne ha fatto uno strumento di studio delle personalità dell’uomo. Lo psicanalista svizzero Carl Gustav Jung che scrisse sull’argomento ben 4 saggi dopo averli studiati per oltre venti anni. Secondo Jung durante i periodi di tensione psichica figure mandaliche possono apparire spontaneamente nei sogni per portare o indicare la possibilità di un ordine interiore. Il simbolo del mandala, quindi, non è solo un’affascinante forma espressiva ma esercita anche un’azione sull’autore del disegno: l’immagine ha lo scopo di tracciare un magico solco intorno al centro, un cerchio protettivo che evita la “dispersione” e tiene lontane le preoccupazioni provocate dall’esterno.
I Mandala e gli Yantra sono anche utilizzati per modificare, oltre che la nostra anima e la nostra disposizione, per intervenire sullo spazio in torno a noi, difatti ogni principio cosmico,come abbiamo detto poc’anzi, ha il suo Mandala, che può essere usato come strumento finalizzato al miglioramento delle energie presenti nello spazio che ci circonda. Si tratterà di disporre i Mandala collegati agli otto punti cardinali,in luoghi particolari e lasciare che emanino la propria energia nello spazio circostante.
Molto interessante 🙂