Trattenere la propria energia vitale con i Bhandas
Bhanda in sanscrito significa “trattenere,chiudere”, e sono pratiche ed esercizi Yoga che appunto hanno in comune la contrazione di un muscolo o di un gruppo di muscoli del nostro corpo e che possono essere eseguiti isolatamente, o associati tra loro, o applicati in combinazioni con altri asanas o posizioni Yoga. I Bhandas per il loro significato e per i loro effetti biologici, possono essere considerati fra le classiche posizioni Yoga.
Queste potenti pratiche ci insegnano a dirigere il prana, forza vitale che governa tutte le nostre funzioni fisiche e mentali, nei diversi centri dell’organismo; i bhanda ci consentono di intervenire alle reazioni che si verificano nel nostro corpo, in seguito alle nostre azioni, qualsiasi esse siano.
L’antica saggezza indù ci insegna che, secondo il principio fondamentale di ogni Bhanda, dobbiamo accumulare energia in una zona specifica della nostra fisiologia e poi lasciarla andare. Così facendo noi creeremo una forza, la libereremo, lasciandola agire per l’eliminazione dell’ostacolo che impedisce la fluida circolazione dell’ energia vitale, creando disturbi o scompensi. Come la medicina tradizionale cinese, anche lo Yoga considera il sistema corpo e mente come un insieme di canali energetici: srota, i percorsi del corpo fisico e nadi, i canali del corpo sottile, attraverso i quali scorre più o meno agevolmente il prana.
Per vivere in uno stato di salute fisica e mentale, per essere in equilibrio in noi stessi e nella intera Natura, per sentirci carichi di forza e positività dobbiamo assicurarci che l’energia vitale, in tutta la sua carica, scorra liberamente sia nel corpo fisico che in quello sottile.
Gli esercizi legati ai Bhanda ci portano a focalizzare in noi, nel nostro corpo, la nostra attenzione, per ottenere l’intento di spostare l’energia. Non è forse un grande esercizio questo, il gioco stesso della vita: acquisire, trattenere, lasciare andare; ottenere insomma la fluidità degli eventi della nostra esistenza., acquisendo, trattenendo, lasciando andare l’energia stessa in maniera consapevole?
La capacità di controllare ed incanalare il prana per eliminare dal nostro corpo tutte le tossine, non solo quelle fisiologiche ma anche quelle mentali, quali la paura e la tensione, ci aiuta a procedere bene sul nostro cammino, qualsiasi esso sia. Evitando di sprecare la nostra energia, non opponendo resistenza alla vita, ma dominando per mezzo dei Bhanda, riusciamo a governare in maniera efficiente ed efficace la forza vitale del nostro organismo.
Uddiyana bhanda
Uddiyana, in sanscrito significa ascensione, slancio in alto e in questo caso particolare si riferisce al diaframma che in questo esercizio viene gradatamente messo sotto controllo e sollevato, ma secondo la filosofia yoga esso si estende anche al tirare in su l’energia spirituale situata alla base della colonna vertebrale.
Esecuzione. In piedi, con le gambe leggermente flesse e divaricate, con i piedi a 30 cml’uno dall’altro,tenendo le mani premute a metà cosce. Si rilassano i muscoli addominali si sollevano e si curvano un po’ le spalle,espirando con vigore, e si contrae l’addome ritraendolo all’indietro verso la colonna, in modo da creare un depressione al livello del diaframma.. Si rimane così per 2”, con sospensione del respiro. Si rilassano tutti i muscoli contratti, ci raddrizza in inspirazione..l’esercizio va eseguito a stomaco vuoto. Esso ha l’effetto di un massaggio tonificante allo stomaco,all’intestino,al fegato, alla milza:combatte l’inerzia dell’intestino, evita e riduce l’adipe addominale.
Mula bhanda
Mula significa radice. Il chakra della radice è la fonte di tutta l’energia presente nel nostro corpo. L’esercizio, per la sua maggiore efficacia, viene eseguito la sera.
Esecuzione: Seduti a gambe incrociate,avvicinando il più possibile il tallone destro all’inguine si effettua una profonda inspirazione, contraendo il mento sul petto. Con gli occhi chiusi si trattiene il respiro e si contraggono i muscoli anali. La posizione si mantiene per10”, lasciando poi andare il respiro. Ripetete 10 volte l’intero procedimento.
Questo bhanda agisce sul sistema simpatico e rinforzando i muscoli dello sfintere, anche su tutta la zona sessuale..
Jalandhara bhanda
Jala in sanscrito significa ragnatela e qui il termine si riferisce ai centri e alle fibre nervose che vengono al cervello attraverso il collo; dahara significa contrarre in alto. Secondo alcuni potrebbe essere il nome dello Yogi che per primo ha insegnato questo bhanda.
Esecuzione: Seduti a gambe incrociate, si ispira profondamente. In espirazione si spinge indietro il mento, si appoggia nella fossetta alla base del collo, esercitando una certa pressione ed ispirando. Si mantiene la posizione per circa10”, sollevando il mento, poi, si respira regolarmente.
L’azione benefica si riversa sulla colonna, sul midollo, e sul cervello. Guarisce i disturbi della cervicale, della raucedine, ma soprattutto della tiroide.
Jihva bhanda
Jiva in sanscrito significa lingua. Il bahanda va eseguito gradatamente sino ad un massimo di 6 esercizi giornalieri, l’esecuzione è di massimo un minuto.
Esecuzione: Si contrae la lingua, premendo la superficie superiore linguale contro il palato duro e parte di quello molle. La parte centrale della lingua, che è più muscolosa,esegue questa pressione in alto.
La contrazione della lingua ha l’effetto di rafforzare i muscoli della gola e del collo, di stimolare la circolazione sanguinea , di tonificare la tiroide, la faringe e le ghiandole salivari.