L’amicizia tra Italia e Libia passa attraverso i pescatori siciliani
Il Mediterraneo è da sempre un immenso bacino di cultura, ma, la situazione creatasi dopo gli ultimi eventi di portata storica, a partire dalla Primavera Araba, passando per le cadute dei governi di Egitto, Tunisia e la guerra di Libia hanno creato un equilibrio fragile che necessita il rafforzare il rapporto di amicizia tra Libia e Italia, questo percorso deve imprescindibilmente passare dalla Sicilia, e sopratutto da un settore, quello principe e quello ampiamente condiviso tra Italia e Libia: la pesca e le marinerie. Ecco infatti che nel Forum della pesca che si è chiuso a Mazara Del Vallo (Tp) si è ampiamente discusso di come poter far rinascere il rapporto secolare.
La delegazione, guidata dal governatore di Tripoli, Abdurrazag Abu Hagar, è giunta a bordo di un aereo militare, trasportando anche otto feriti che sono già stati trasferiti negli ospedali siciliani. I libici, accompagnati dal presidente del Distretto della pesca, Giovanni Tumbiolo, oggi sono stati accolti a palazzo d’Orleans, dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao. Dall’Ansa riportiamo le parole di Tumbiole: “Per la prima volta, dopo l’uccisione di Gheddafi una delegazione libica composta da personaggi di spicco, esce dal Paese nordafricano. Gli esponenti libici ieri sono intervenuti al Forum della pesca per manifestare la volontà di continuare a cooperare con la Sicilia in questo settore e far si che il mar Mediterraneo sia salvaguardato”. “Con la delegazionesono arrivati anche otto feriti che sono stati già trasferiti negli ospedali di Palermo, Trapani e Agrigento. Nel pomeriggio, il Distretto della pesca, alla presenza delle autorità libiche, firmerà un protocollo d’intesa con la Federazione degli armatori libici per riavviare i rapporti nel settore della pesca e nella Libia del dopo Gheddafi”.
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