Sclerosi Multipla e CCSVI: un documento di consenso dal prof. Zamboni
E’ stato pubblicato nel numero di dicembre della rivista medica International Angiology un interessante documento di consensus intitolato “Lo screening dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale utilizzando l’ecografia ad ultrasuoni. Raccomandazioni per un protocollo”.
Nel documento elaborato da un team di ricercatori coordinati dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara) e dal prof. Andrew N. Nicolaides (Centro di Diagnostica e Screening Vascolare di Cipro) vengono fornite alcune raccomandazioni per la definizione di un protocollo condiviso che possa consentire di arrivare finalmente ad una corretta metodica diagnostica della CCSVI.
Secondo gli autori l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) è una sindrome caratterizzata da stenosi o da ostruzioni delle vene giugulari interne e/o delle vene azygos con un flusso disturbato e la formazione di circoli venosi collaterali. Gli studi che hanno utilizzato l’ecografia ad ultrasuoni in pazienti affetti da sclerosi multipla (SM) hanno dimostrato un’elevata prevalenza della CCSVI (media 70%, range 0-100%, N = 1496), mentre nei controlli normali e pazienti senza SM la prevalenza era molto più bassa (media del 10%, range 0-36%; N. = 635). L’ecografia ad ultrasuoni utilizza una combinazione di misurazioni fisiologiche e di immagini anatomiche ed è stata utilizzata per la rilevazione della CCSVI da centri diversi con risultati variabili. Una prevalenza che va dal 62% al 100% delle lesioni ostruttive è stata trovata da alcuni centri nei pazienti con sclerosi multipla comparati con una minore prevalenza del 0-25% nei controlli. Tuttavia, l’assenza di tali lesioni o una prevalenza più bassa (16-52%) è stata riportata da altri centri. Secondo gli autori questa variabilità potrebbe essere il risultato di differenze nella tecnica, formazione, esperienza o nei criteri utilizzati. L’attuale mancanza di una metodologia condivisa tra gli esperti è un elemento di confusione negli studi epidemiologici, e non permette di utilizzare una metodica bayesiana o altri tipi di analisi. Al fine di garantire un’alta riproducibilità di scansione doppler con una precisione comparabile tra i vari centri, è stato proposto dagli autori un protocollo dettagliato con metodologia e criteri standard. Questo è anche necessario per la formazione. E’ stato dimostrato che la variabilità inter-rater aumenta dopo la formazione (da k = 0,47 a k 0,80), mentre la riproducibilità entro rater di operatori qualificati è stata k = 0,75. Il documento di consenso propone infine uno standard di reporting di misure doppler e la futura ricerca per rispondere alle aree di incertezza.
Un elemento assai positivo di questo documento è il fatto che i cerchi di comprendere i motivi delle differenze dei dati raccolti sulla correlazione tra la CCSVI e la SM nei vari studi pubblicati finora per trovare una futura soluzione condivisa. Ai malati di sclerosi multipla (61.000 in Italia) e alle loro famiglie serve questo tipo di ricerca anziché le sentenze che sono state emesse recentemente da importanti neurologi che continuano ad avversare l’ipotesi elaborata dal prof. Zamboni e dal Dr. Salvi per una sorta di furore ideologico di cui i malati non comprendono le ragioni.
In merito appare del tutto incresciosa la recentissima scelta dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM-AISM) di non finanziare lo studio multicentrico “Brave Dreams” promosso dalla Regione Emilia Romagna e coordinato dallo stesso prof. Paolo Zamboni, contravvenendo peraltro a degli impegni assunti dall’AISM in precedenza pubblicamente.
Fonte:
http://www.minervamedica.it/it/riviste/international-angiology/articolo.php?cod=R34Y2011N06A0571