Marsili, tra scienza, ipotesi e paure
Continua a preoccupare il vulcano Marsili. Sarà la rapida diffusione via rete, social networks e così via ma il vulcano Marsili è diventato un nuovo incubo.
Passerà questa nuova paura dopo l’allineamento dei pianeti?
E’ sei giugno sebbene i pianeti si siano allineati non sembra registrarsi nulla di particolarmente disastroso.
Intanto è da chiarire nuovamente che il vulcano Marsili non sta eruttando e non è irrequieto. La cosa che pare essere più certa, al momento è che il vulcano Marsili sia sia vivo e vitale. Insomma non è un vulcano spento totalmente.
Secondo le dichiarazioni del geologo Mario Tozzi l’attività del Marsili non è per nulla nuova ma, “Questo settore del Mare Nostrum è un oceano a tutti gli effetti, specialmente se si guarda l’attività vulcanica. In particolare le acque attorno alla Sicilia sono infestate da vulcani noti in tutto il mondo fino dall’antichità”.
Quel che stupisce sono le divergenti posizioni dei tanti esperti ed infatti ecco una dichiarazione di Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: “Potrebbe succedere anche domani. Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso”.
Ed invece, dalle pagine di La Repubblica si apprende la dichiarazione di Giuseppe D’Anna, sismologo dell’Osservatorio nazionale di geofisica di Gibilmanna (Palermo) “Non so da dove sia giunta una simile notizia , sono informazioni che arrivano evidentemente da fonti non controllate”.
Non ci sono pericoli, il Marsili non è certamente monitorato, così sembra. Per il dottor Giuseppe D’anna il Marsili è comunque un vulcano importante da osservare. “Presso il nostro Osservatorio, negli anni scorsi abbiamo realizzato alcuni strumenti con cui abbiamo fatto campagne di studio intorno al seamount. Per noi è chiara l’importanza del monitoraggio con trasmissione di dati in temporeale, per questo abbiamo concepito un progetto per una stazione di monitoraggio sommersa, denominata appunto Marsili, che però non sappiamo ancora se verrà finanziato.”
Sempre dalle pagine di La Repubblica si apprendono altre interessanti nozioni inerenti il vulcano Marsili e non solo, per D’Anna non c’è solo l’area del Tirreno da vigilare ma ce ne sono diverse, infatti l’Italia sorge in un’area geologicamente complessa tra zolle e faglie.
Dichiara D’Anna “Teoricamente tutti i seamount potrebbero generare problemi di origine geologica, ma non solo quelli. Basta ricordare cosa è successo a Stromboli nel 2002 per il cedimento della porzione sommersa della Sciara del Fuoco”.