La Svizzera contro l’ndrangheta cerca traduttori dal calabrese
La Svizzera ha capito che l’ndrangheta è un fenomeno criminale ad altissima infiltrazione e ha persino intuito che per poter combattere il crimine organizzato in terra di Calabria è necessario conoscere bene la lingua parlata dagli ‘ndranghetisti ed è così che è partita la ricerca di “Traduttori dal calabrese”. Comprendere il calabrese è impossibile per la polizia elvetica persino per gli uomini in divisa di chiara origine italiana.
In alcune facoltà di lettere è dunque apparso un bando che così recita “Cerchiamo qualcuno – con competenze linguistiche in questo ambito o che sia d’origine calabrese”. Si richiedono, inoltre, competenze informatiche, senso di responsabilità e di confidenzialità.
I candidati verranno, inoltre, sottoposti a un accurato esame di sicurezza, prima di venire ingaggiati come dipendenti dello Stato, a 75 franchi all’ora, ovvero circa 60 euro. “Il dialetto calabrese- ha spiegato al Corriere del Ticino Danielle Bersier, portavoce della Fedpol -è ritenuto uno dei più ostici dagli stessi italofoni, per questo dobbiamo ricorrere a esperti esterni”.”Per il momento- ha tenuto a rassicurare il Procuratore Generale della Confederazione, Michael Lauber -non siamo ancora un Paese mafioso”.