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Sclerosi Multipla e CCSVI: a proposito della compressione muscolare

4491131  Durante la sessione dedicata all’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) nel 15° Congresso Nazionale della Società Italiana di Flebologia Clinica e Sperimentale (SIFCS) di Bari il dott. Giuseppe Cacciaguerra del Cannizzaro di Catania ha presentato una relazione intitolata “Compressione muscolare: la nostra casistica chirurgica” (programma: http://www.sifcs.org/1/upload/sifcs_cng_bari_25_11_14.pdf)

Lo stesso argomento era già stato presentato nell’ottobre 2013 al XII Congresso Nazionale della Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare (SICVE) dal dott. Antonino Scolaro (documenti: http://www.sifcs.org/1/upload/sifcs_cng_bari_25_11_14.pdf ) con il titolo di “E’ possibile un trattamento chirurgico dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale?” e nel novembre scorso al Veith Symposium di New York dal dott. Alberto Lomeo con una relazione dal titolo “The Omohyoid Muscle Can Be A Cause Of Venous Compression Leading To CCSVI: Documentation And Relief By Resection” (Il muscolo omoioideo può essere una causa di compressione venosa che porta alla CCSVI; illustrazione ed aiuto con la resezione) slides: http://www.veithsymposium.org/abstracts/2014/vei/238.pdf .

Nell’ultimo congresso di Bari il prof. Zamboni durante il dibattito finale ha evidenziato che il 40% delle persone che hanno ricevuto l’angioplastica ed a cui il team del Cannizzaro ha resecato un muscolo erano chiaramente tutte angioplastiche che erano fallite perché erano state fatte su delle persone con una compressione esterna. Secondo Zamboni, probabilmente il team catanese ha goduto nei suoi risultati di un effetto sommatorio: un effetto magari sulla valvola ottenuto con l’angioplastica che poi è stato ottimizzato da un successivo intervento chirurgico andando a rimuovere in modo invasivo la compressione esterna. Probabilmente quindi tutto quello che hanno detto i catanesi potrebbe essere vero, però probabilmente un pochino di merito può essere anche il fatto che il flusso cerebrospinale sia stato migliorato. Per Zamboni non sarebbe male che al Cannizzaro facessero anche un doppler per vedere se oltre al miglioramento della fascia muscolare, non sia stato anche ottenuto un ulteriore effetto; magari potrebbe far capire ancora meglio come mai il paziente è stato meglio.

Un noto chirurgo vascolare che abbiamo interpellato nella sua esperienza pluriennale sulla CCSVI ha trovato problemi legati ad una compressione estrinseca sulla vena ma questa è generalmente secondaria ad una fase avanzata della sclerosi multipla che comporta quindi delle posture errate.

In questo momento si assiste ad un tifo da stadio verso la teoria proposta dal Cannizzaro da parte di una piccola associazione catanese che un tempo sosteneva gli studi sulla CCSVI del prof. Zamboni, ma purtroppo non si è vista finora alcuna pubblicazione del Cannizzaro sulla metodologia usata, sulla sicurezza della procedura chirurgica e soprattutto sui risultati ottenuti.

Chissà se nel 2015 faranno qualcosa. Le chiacchiere ora non bastano più…

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Alessandro Rasman

Alessandro Rasman, 49 anni, triestino. Laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico-economico presso l'Università di Trieste; è malato di sclerosi multipla, patologia gravemente invalidante, dal 2002. Per Mediterranews cura una speciale rubrica sulla sclerosi multipla.

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