CINZIA LEONE in Sardegna con MAMMA, SEI SEMPRE NEI MIEI PENSIERI. SPOSTATI!
Sbarca nell’Isola – sotto le insegne del CeDAC, nell’ambito del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo – Cinzia Leone, autrice e interprete di Mamma sei sempre nei miei pensieri. Spostati!, coinvolgente e autoironico one woman show che racconta il complicato rapporto fra madre e figlia «dal protozoico, l’era primordiale, al cenozoico, l’era attuale».
Lo spettacolo debutterà in prima regionale venerdì 27 marzo alle 21 al CineTeatro Olbia di Olbia, per approdare sabato 28 marzo sempre alle 21 al Teatro Garau di Oristano e infine domenica 29 marzo alle 20.45 al Teatro Centrale di Carbonia.
Volto noto del grande e del piccolo schermo – dai fortunati esordi con “La TV delle ragazze” a “Scusate l’interruzione”, alle varie edizioni di “Avanzi” (proprio in televisione nascono i suoi personaggi, dalle imitazioni di Francesca Dellera, Edwige Fenech e Maurisa Laurito, alla signorina Vaccaroni e un’ineffabile Rosa Russo Jervolino) e ancora “Tunnel”, Cinzia Leone porta in scena un’autoironica riflessione intorno a quell’invisibile ma infrangibile “cordone ombelicale” che unisce ogni figlia alla genitrice. Figura fondamentale dell’immaginario, colei che elargito il dono della vita, dopo averla messa al mondo certo non smette di preoccuparsi per la propria creatura: anzi son proprio le diverse fasi di questa relazione così speciale, dalla simbiosi dell’inizio all’età dei conflitti, alla complicata dialettica delle affettuose intrusioni, delle assenze e dei sensi di colpa, alle riunioni di famiglia a disegnare, con tutte le diverse sfumature, una vera e propria altalena dei sentimenti.
L’amor materno, si sa è insostituibile e di mamma ce n’è una sola: con humour e intelligenza, nello spettacolo scritto insieme a Fabio Mureddu (che cura anche la regia) con la partecipazione di Federica Lugli, e impreziosito dai filmati di Franco Bertini e dalle musiche di Enrico Melozzi, l’attrice romana si concede un divertito e divertente excursus tra le diverse ere geologiche – dal protozoico, l’era primordiale, al cenozoico, l’era attuale – sposando rigore scientifico e scoppiettante comicità.
Impossibile non riconoscersi nell’iconografia della figlia – e della madre – e non ritrovarsi in quel dialogo (in)interrotto fatto di telefonate incessanti e incalzanti, ma anche di ricordi buffi e teneri, a tratti malinconici e struggenti, con qualche nostalgia dell’infanzia, quando la mamma protettiva, magari severa, rappresentava comunque un solido punto di riferimento nel cosmo, una stella fissa, una certezza. Mamma sei sempre nei miei pensieri. Spostati! affronta con brio e leggerezza temi delicati e insidiosi, quale il sottile confine tra l’esserci e l’esser di troppo, una presenza rassicurante, capace di accogliere e dare conforto, e un’invadenza eccessiva nei territori più intimi e privati. Quella lunga frequentazione, dall’infanzia all’età adulta, non può non lasciare un segno: ogni madre dà una propria impronta al carattere e alla vita dei figli, e non solo per una questione genetica, ma proprio per quell’inevitabile imprinting in cui si formano i primi elementari tratti del carattere, in cui si forgia una sensibilità, perfino un gusto, una personalità che poi si evolverà, magari per contrasto, in altre direzioni, ma preservando quel nucleo iniziale.
Il titolo dello spettacolo, volutamente provocatorio, evoca il dualismo e l’ambiguità di un rapporto giocato su un equilibrio delicatissimo, in cui le affinità e le differenze si compongono in un affascinante gioco di specchi che è in fondo l’enigma dell’origine e del senso stesso della vita.
Se il tema apre a potenziali dissertazioni filosofiche, è però nelle piccole e grandi questioni del quotidiano, nella normalità o eccezionalità delle situazioni, che si manifesta la dimensione “universale” della relazione madre e figlia – talvolta chiamate a un confronto da donna a donna, talaltra portate a richiudersi in antiche dinamiche, tra un ritorno all’infanzia e un eccesso di autoritarismo. Il punto chiave è proprio l’indipendenza, la scissione, dopo l’iniziale fusione di corpi, il riconoscere finalmente quella separazione che non è solo fisica ma soprattutto metafisica, mentale e psicologica, anche se rimane il legame d’affetto, il desiderio di tenersi in contatto (senza esagerare).
L’importante è riscire a essere se stesse fino in fondo, senza perdersi ma anche senza dimenticare le proprie origini: un passaggio inevitabile per diventare, finalmente, una volta per tutte, adulte e consapevoli, libere di agire e pensare con la propria testa, di vivere e gustare la vita in ogni istante, a proprio modo, con una sensibilità che non può essere uguale a quella di nessun altra.
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Cinzia Leone nasce a Roma il 4 marzo del 1959 da madre padana e padre americano.
Attratta fin da piccola, ma non del tutto consapevolmente, dal mestiere di attrice, esordisce a teatro nel 1981 con “Polvere di stress”, ma il debutto definitivo avviene nel 1988, quando viene scelta da Serena Dandini per il programma comico “La TV delle ragazze”, nel quale Cinzia dà modo di farsi conoscere al grande pubblico con personaggi come quello di Francesca Dellera e della vicina pazza.
Nello stesso anno Cinzia debutta anche sul grande schermo con la commedia dei fratelli Vanzina “Le finte bionde”.
Nell’anno successivo partecipa alla seconda stagione della “TV delle ragazze”, e l’anno dopo è la volta di “Scusate l’interruzione”: memorabile il suo personaggio di Edwige Fenech.
Nel 1990 è nel cast del film di Carlo Verdone “Stasera a casa di Alice”, con Sergio Castellitto e Ornella Muti.
L’anno successivo è tra i protagonisti del capolavoro di Mario Monicelli “Parenti serpenti”, a fianco di altri grandi interpreti quali Pia Velsi, Paolo Panella, Marina Confalone, Alessandro Haber e Monica Scattini.
Nello stesso anno Cinzia Leone entra a far parte del gruppo di “Avanzi”, trasmissione che si propone di dare spazio agli “avanzi”, agli scarti della televisione.
Tra i personaggi indimenticabili di Cinzia c’è senza dubbio quello di Francesca Dellera e di Marisa Laurito.
Nel dicembre del 1991, durante la proiezione del film “Donne con le gonne” di Francesco Nuti, in cui Cinzia aveva preso parte, viene colpita da un’emorragia cerebrale causata dalla rottura di un aneurisma congenito, e trasportata inizialmente all’ospedale San Giacomo, e successivamente al San Camillo di Roma, viene poi operata al Barrow Neurological Institute di Phoenix, in Arizona.
Tre mesi dopo è di ritorno in Italia e nell’aprile del 1992 è di nuovo in pubblico, alla RAI, in occasione della presentazione di “Senator”, sceneggiato interpretato da Pippo Franco.
Nello stesso anno Cinzia ritorna in televisione con la seconda edizione di “Avanzi”, dove porterà un nuovo e amatissimo personaggio a chiarire le idee sulle nuove tasse da pagare: la signorina Vaccaroni, impiegata all’ufficio imposte.
Ha detto Cinzia sul suo personaggio: “Lo stato dimostra di essere molto creativo sui nuovi pagamenti che devono fare i cittadini. Come impiegata modello dell’ufficio imposte, cercherò di spiegare tutti i meccanismi”.
Arriva anche il personaggio di Rosa Russo Jervolino, che dopo aver bocciato i fumetti di Lupo Alberto, presenta la sua nuova campagna per l’educazione sessuale dei bambini.
”I personaggi messi in scena ad Avanzi” – ha detto Cinzia – “non sono imitazioni come in altri programmi di satira tv, ma sono indicativi di una certa mentalità, di stati d’animo che la televisione in genere, non consente di mettere in ridicolo.”
Il 12 marzo del 1993 va in onda l’ultima puntata di “Avanzi”, in cui Cinzia Leone vestirà i panni di Serena Dandini, e la signorina Vaccaroni si trasferirà definitivamente in Camerun con le “pizze di fango”. Il 1994 è l’anno di “Tunnel”, la nuova trasmissione di Serena Dandini che punta come sempre sulla satira politica, sulla cronaca e sull’attualità, dove Cinzia si presenta nei panni di Alessandra Mussolini.Al termine del programma, Cinzia prende parte alla serie poliziesca “Occhio di falco”, in cui interpreta l’inaffidabile e scapestrata sorella del protagonista Gene Gnocchi: “una tipa che si lancia in mille avventure e crede più o meno a tutto quello che le dicono”.
Nello stesso anno è a teatro con la commedia graffiante e divertente di Duccio Camerini, “La serva del negro”, in cui divide la scena con Salvatore Marino.
Giada Peroni è una professionista in carriera, agguerrita e arrogante, ossessionata da manie di protagonismo. Viene consigliata dal suo analista di ritrovare la sua femminilità che sta svanendo, accettando un lavoro, il più umile possibile. Seguendo questa indicazione Giada, si presenta come donna delle pulizie a Raul, un uomo di colore in apparenza sicuro, vincente, in realtà continuamente in preda a crisi depressive, perennemente in ansia.
Nel 1995 Cinzia è sul set di “Selvaggi” con Ezio Greggio, Antonello Fassari, Emilio Solfrizzi, Leo Gullotta e Monica Scattini, per la regia dei fratelli Vanzina.
Il 1996 segna l’inizio della carriera teatrale “One Woman Show”, con lo spettacolo “Questo spazio non è in vendita”, scritto dalla stessa Cinzia Leone, con Fabio Di Iorio. Monica Luccisano, che l’ha intervistata al teatro Erba dopo aver visto lo spettacolo, ha detto: “Ci siamo divertiti un mondo durante lo spettacolo, ci siamo liberati da quelle tensioni che sempre ci portiamo addosso, anche quando entriamo in un teatro, riconoscendoci ridicoli nei nostri luoghi comuni, come lo smitizzato spaghetto aglio olio e peperoncino, o la catena di insulti che lanciamo quando siamo al volante, e nel nostro stupido buon senso, che ci permette di commuoverci di fronte alle tragedie del terzo mondo in Tv, e di negare 500 lire al marocchino per la strada, e ci siamo sentiti, attraverso un sorriso e un’ironia incalzanti, stimolati ad essere più vivi e creativi”. Sempre nel 1996, Cinzia è sul set del film “Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica” di Lina Wertmuller: nel cast Tullio Solenghi, Veronica Pivetti, Gene Gnocchi e Piera Degli Esposti.
Nel 1998 è di nuovo a teatro con il suo secondo spettacolo, “Strana forte la gente”, sempre scritto a quattro mani con Fabio Di Iorio.
Anche in questo testo è la vita di tutti i giorni a fungere da spunto di riflessione per dare vita ad esilaranti momenti di comicità.
“Gente che lascia la macchina parcheggiata in seconda fila, la chiude, mette l’antifurto e poi evapora! Gente che truffa continuamente i propri simili cercando di vendere al prossimo qualcosa di cui ha bisogno di liberarsi ma che descrive all’altro come un affare, perché non se ne vuole solo liberare, ci vuole anche guadagnare. Gente che resta ore ad ascoltare le segreterie telefoniche che ti dicono di attendere, ma noi con le musichette delle attese telefoniche ci facciamo proprio le feste! Strana forte la gente!”
L’anno seguente è la volta della fiction “Ma il portiere non c’è mai?”, con Giampiero Ingrassia e Anna Mazzamauro, dove Cinzia interpreta Angela, una vigilessa sposata con l’aspirante scultore Remo, interpretato da Stefano Masciarelli.
Nel 2001 Cinzia debutta a teatro con il nuovo e fortunatissimo spettacolo comico, “Rodimenti”, scritto con Fabio Mureddu ed Enzo Ferrara, e con la partecipazione di Luca Scapparone.
Ha detto Cinzia: “Lo spettacolo si propone come una sorta di terapia di gruppo contro le ansie quotidiane, per capire cosa c’è sotto i nostri comportamenti più sconnessi.” E aggiunge: “I rodimenti fanno parte della nostra vita, e sono il motore della nostra esistenza.”
Dopo aver portato “Rodimenti” nei teatri di tutta Italia, è la volta dello spettacolo “Poche idee ma molto confuse” del 2005, in cui si racconta di una realtà che a detta della Leone, non è mai stata così spettacolare, e in cui ogni banalità viene trasformata in un grande evento, perché ormai nessuno si accontenta più della realtà così com’è.
Se nel precedente “Rodimenti” la realtà del quotidiano era in primo piano, in questo spettacolo è prende piede l’invito a separare i livelli di realtà e di finzione, prendendo di mira i sotterfugi che ognuno di noi adotta per non vedere la realtà, i tentativi che facciamo per spostarla… da un’altra parte, o per renderla più spettacolare di quanto non sia, cercando di darle un valore aggiunto.
Nel 2007 ritroviamo Cinzia al cinema con “Nero Bifamiliare”, opera prima di Federico Zampaglione, e nel film di Sabina Guzzanti “Le ragioni dell’aragosta”, dove la preparazione di uno spettacolo progettato per attirare l’attenzione dei media sullo spopolamento delle aragoste nel mare della Sardegna occidentale, diventa l’occasione per riunire parte della banda di “Avanzi” 15 anni dopo.
Nello stesso anno Cinzia porta in teatro il suo nuovo monologo, “Outlet”.
“Perché” – spiega lei stessa – “siamo molto più outlet noi degli outlet stessi.
Outlet è un’analisi sociale, cerca di indagare sul perché siamo così ossessionati dal risparmio. E’ come se avessimo paura di finire i soldi che ci servono per poter continuare a comprare gli oggetti che sostituiscono le affettività mancanti. Nel mio spettacolo a un certo punto dico: risparmiamo il più possibile, ma soprattutto ci risparmiamo il più possibile, siamo delle centraline di risparmio viventi, siamo outlet che camminano, risparmiamo su tutto. Ma purtroppo anche sull’amicizia, sull’amore, sul coraggio.”
Nel 2010 Cinzia interpreta Belinda in “Colpo di fulmine”, fiction di canale 5 diretta da Roberto Malenotti, con Lola Ponce, Roberto Farnesi e Fabio Testi, una rivisitazione in chiave moderna della favola di Cenerentola.
Nel novembre dello stesso anno Cinzia debutta nuovamente a teatro con la sua ultima fatica “Mamma, sei sempre nei miei pensieri. Spostati!”, scritto con Fabio Mureddu – che ne cura anche la regia – con la collaborazione di Federica Lugli.
“Non è uno spettacolo sulle mammine” – ci tiene a precisare Cinzia – “bensì sulla “mammità”, sul significato di “essere madre” e sull’analisi della madre che è dentro tutti noi. Perché ognuno pensa di agire per conto proprio, ma c’è sempre il fattore mamma dentro di noi, che è lì pronto a condizionarti. Al di là della figura materna, è la nostra crescita che viene messa in discussione, in ogni nostra azione dobbiamo capire dove finisce il condizionamento materno e dove cominciamo noi.”
Dopo la fortunata tournée teatrale di “Mamma sei sempre nei miei pensieri. Spostati!” – che tocca in anche la Sardegna, atualmente Cinzia è impegnata nel suo nuovo lavoro teatrale, “Disorient express”: scritto a 4 mani con Mureddu, lo spettacolo racconta la confusione generata da una forma di democrazia virtual-virale alla quale eravamo impreparati: milioni di persone che improvvisamente, grazie alle infinite opportunità di espressione offerte dalla tecnologia e dalla virtualità, parlano, esprimono opinioni e aggiungono informazioni. Dopo il grande successo di pubblico e critica nel debutto romano. Cinzia si appresta a presentarlo quest’estate in un tour tutto italiano.