Anlac: incontro in Veneto per sollecitare misure anticrisi
Abbiamo illustrato agli allevatori del Veneto il nostro pensiero e il nostro modo di fare associazionismo a tutela degli allevamenti liberi, con analisi appropriate sulle ragioni di una crisi anomala con il supporto di dati scientifici, visto che in questo settore, come in tanti altri, la tutela non la fa nessuno. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli, dopo l’ incontro in Veneto.
Dalla riunione tenutasi a Trevignano (Tv) giovedi scorso è emerso in maniera plastica il disinteresse di alcune organizzazioni sindacali, in particolare, verso temi come l’ etichettatura obbligatoria dell’ origine sul coniglio, che penalizzano i consumatori.
La discriminazione per le carni cunicole – evidenzia – disattende gli articoli 12, 13 e 169 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea riguardanti la protezione dei consumatori, il diritto all’informazione e le esigenze di benessere animale, lasciando spazio a numerose frodi in ambito comunitario e a importazioni cinesi.
Nessuna organizzazione sindacale – sottolinea anlac – e neanche le neonate associazioni hanno organizzato sinora iniziative incisive per far sì che il governo italiano faccia introdurre a Bruxelles l’ etichettatura obbligatoria anche sulle carni di coniglio, nonostante il chiaro indirizzo delle risoluzioni parlamentari e le previsioni del Piano di settore. Tutti però – ci hanno riferito gli allevatori presenti – sono bravi a chiedere quattrini agli allevatori, o a farglieli trattenere dai macellatori, senza esportare un coniglio. Basterebbe, infatti, – secondo il presidente anlac – esportare un bilico a settimana per sterilizzare le manovre del cartello e contrastare una crisi strutturale che da anni presenta un saldo commerciale negativo.
E’ stata inoltre dall’analc illustrata la portata della nuova legge istitutiva delle Cun che fa sospendere le borse merci locali, tra cui quella di Treviso già dalla scorsa settimana.
Infine – conclude – è stata ribadita la necessità di prevedere una Commissione unica nazionale-Cun del coniglio vivo e macellato, differenziare i pesi e inserire le pelli nella declaratoria prezzi, fornire dati veri e in tempo reale ai commissari, togliere il comitato cun (che presenta profili anticostituzionali) per dare libertà decisionale e potere di trattativa solo ai commissari, prevedere i casi d’incompatibilità, rispettare il principio di uguaglianza costituzionale in Cun, il principio di effettività dei ruoli (un importatore prevalente non può essere commissario), il principio di onorabilità della Cun (le associazioni di macellatori che hanno sconfessato la Cun non possono rientrare adesso che la Cun è legge) e inasprire le sanzioni per chi viola gli accordi Cun.