Papa Francesco, appello ai governi per l’abolizione della pena di morte
” Nessuna condanna durante il Giubileo” . E’ il messaggio di Bergoglio dopo l’Angelus
“Faccio appello, alla coscienza dei governanti, affinché si giunga ad un consenso internazionale per l’abolizione della pena di morte. E propongo a quanti tra loro sono cattolici di compiere un gesto coraggioso ed esemplare: che nessuna condanna venga eseguita in questo Anno Santo della Misericordia”.
Lo ha detto il Papa nel messaggio dopo l’Angelus che è stato accolto da un applauso in piazza. “Domani, ha detto papa Francesco dopo aver recitato l’Angelus dallo studio su piazza San Pietro, avrà luogo a Roma un convegno internazionale dal titolo ‘Per un mondo senza la pena di morte, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Auspico, ha aggiunto, che il simposio possa dare un rinnovato impulso all’impegno per l’abolizione della pena capitale. Un segno di speranza è costituito dallo sviluppo, nell’opinione pubblica, di una sempre più diffusa contrarietà alla pena di morte anche solo come strumento di legittima difesa sociale. In effetti, le società moderne hanno la possibilità di reprimere efficacemente il crimine senza togliere definitivamente a colui che l’ha commesso la possibilità di redimersi. Il problema va inquadrato nell’ottica di una giustizia penale che sia sempre più conforme alla dignità dell’uomo e al disegno di Dio sull’uomo e la società, e anche a una giustizia penale aperta alla speranza del reinserirsi nella società. Il comandamento “non uccidere” ha valore assoluto e riguarda sia l’innocente che il colpevole”. “Il Giubileo straordinario della Misericordia – ha suggerito papa Francesco – è un’occasione propizia per promuovere nel mondo forme sempre più mature di rispetto della vita e della dignità di ogni persona. Anche il criminale mantiene l’inviolabile diritto alla vita, dono di Dio. Faccio appello alla coscienza dei governanti, affinché si giunga ad un consenso internazionale per l’abolizione della pena di morte. E propongo – ha affermato Bergoglio – a quanti tra loro sono cattolici di compiere un gesto coraggioso ed esemplare: che nessuna condanna venga eseguita in questo Anno Santo della Misericordia”. “Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà – ha spiegato – sono chiamati oggi ad operare non solo per l’abolizione della pena di morte, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà”.
Negli Stati Uniti d’America gli studi scientifici e le ricerche condotte dalle università per capire se l’esistenza e l’applicazione della pena di morte influiscono sull’aumento o la diminuzione della criminalità, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono state centinaia nel corso del tempo, e sono arrivate alla stessa conclusione di una ricerca fatta nel 1988 dalle Nazioni Unite: non esistono prove che confermino che l’essere a conoscenza della pena capitale possa avere un effetto deterrente sui criminali. Gli Stati Uniti d’America sono attualmente uno dei 76 stati del mondo in cui è prevista l’applicazione della pena capitale, mentre in 120 altri stati tale pena è stata abolita. Amnesty International si oppone incondizionatamente alla pena di morte, ritenendola una punizione crudele, disumana e degradante ormai superata, abolita nella legge o nella pratica (de facto), da più della metà dei paesi nel mondo. La pena di morte viola il diritto alla vita, è irrevocabile e può essere inflitta a innocenti. Non ha effetto deterrente e il suo uso sproporzionato contro poveri ed emarginati è sinonimo di discriminazione e repressione.
Lecce, 21 febbraio 2016
Giovanni D’AGATA