Cosa accade nei campi di Tindouf?
Il 20 giugno si celebra la Giornata internazionale del rifugiato istituita nel 2001 dalle Nazioni Unite in occasione del 50esimo anniversario dell’entata in vigore della Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status di rifugiato. Celebrando questo anniversario è equo far luci su un tragedia che si sta consumando nei campi di Tindouf isolati dal mondo da parte delle forze armate algerine e i miliziani del gruppo Polisario. Dopo il vile rapimento, avvenuto lunedì 17 giugno, del blogger Moulay Abba Bouzid da parte di miliziani armati, mentre manifestava, con altri, contro la situazione drammatica nei campi, dinanzi alla rappresentanza dell’Alto Commissariato per i profughi (ACNUR) nei campi, il 18 giugno, ha conosciuto il secondo vile rapimento di Fadel Brika, oppositore alla direzione del Polisario. Mentre il 19 giugno è stato rapito il blogger Mahmud Zedan. Per ora niente notizie sull’attivista sahrawi Ahmed Khalil rapito dieci anni fa in Algeri. Le loro famiglie ed i loro parenti non sanno il luogo e il motivo del loro sequestro. Tuttavia, si prevedono altri rapimenti di attivisti sahrawi conosciuti per le loro critiche sulle reti sociali contro la corruzione e malaffare nei campi. La zona conosce da mesi manifestazioni contro le restrizioni imposte dall’Algeria alla libera circolazione delle persone. Una rabbia generale alla quale si sono rivendicati il diritto alla circolazione e l’espressione, la protezione internazionale umanitaria, la trasparenza nella gestione degli aiuti umanitari internazionali campi. Da ricordare che domenica 28 aprile, per reprimere, intimidire e disperdere i dimostranti il Polisario ha usato carri armati e veicoli militari. Il bilancio era pesantissimo: Tantissimi manifestanti feriti e 14 arrestati, alcuni di loro erano in sciopero della fame all’oltranza nella prigionia. Secondo le regole e le leggi della Terra e del Cielo, Algeria è la responsabile del rapimento, la detenzione arbitraria, la sparizione forzata, la tortura e tutte le negazioni dei diritti della popolazione dei campi. Questo paese che arma e sostiene militarmente e politicamente i miliziani del Polisario deve assumere le sue responsabilità penali. Una vasta mobilitazione e solidarietà mondiali in corso per la liberazione immediata dei rapiti, il disarmo dei miliziani, l’apertura di corridori umanitari e smantellamento dei campi oltre alla protezione della popolazione dei campi dalle ostilità di miliziani armati del Polisario e dell’Esercito algerino. Sbilanciamoci! Sosteniamo i diritti umani! Yassine Belkassem