Marocco: Direttiva Bourita, il punto

Il triplice messaggio della risoluzione 2548, adottata dal Consiglio di sicurezza il 30 ottobre 2020 e relativa alla questione del Sahara marocchino: chiarezza, fermezza e coerenza, secondo il Ministro degli Affari Esteri del Marocco Nasser Bourita. 1- La chiarezza: La chiarezza innanzitutto nella definizione delle vere parti in questo contenzioso regionale, sottolineando espressamente il ruolo dell’Algeria, citato ben 5 volte. Il Consiglio di sicurezza chiede quindi all’Algeria di assumere un ruolo commisurato al suo coinvolgimento politico, diplomatico, militare e umanitario in questa disputa regionale cioè “nessun processo politico è concepibile senza il coinvolgimento effettivo e costruttivo di questo Paese”. “Chiarezza quindi nell’individuazione dello scopo del processo politico”: la risoluzione non lascia dubbi sull’impegno del Consiglio di Sicurezza per “una soluzione politica realistica, pragmatica e duratura … sul compromesso”. “Questo è il modo in cui il Consiglio di Sicurezza ribadisce il suo impegno per una soluzione politica e per escludere definitivamente tutte le opzioni impraticabili”, e che “la risoluzione implica chiaramente che qualsiasi soluzione che non è pragmatica, non realistica o realizzabile è da escludere”. Chiarezza nel corso del processo politico, attraverso le tavole rotonde che devono vedere la partecipazione di tutte le parti interessate, e in particolare Algeria. Chiarezza che la risoluzione non contiene alcun riferimento al referendum mentre fa riferimento 6 volte alla soluzione politica, osservando che “chi continua a evocare l’opzione referendum cade fuori dalla risoluzione Onu, che incarna la legalità internazionale ed esprime la volontà della comunità internazionale”. 2- La fermezza: Questo messaggio riguarda in primo luogo la questione del censimento delle popolazioni sequestrate nei campi di Tindouf, il Consiglio di Sicurezza sottolineando così la responsabilità umanitaria dell’Algeria, che è nel dovere di adempiere ai propri obblighi internazionali. La risoluzione chiede all’Algeria “di prendere di nuovo in considerazione la registrazione dei rifugiati nei campi di Tindouf”. La fermezza sulla questione del censimento delle popolazioni sequestrate nei campi di Tindouf, e la fermezza sul rispetto del cessate il fuoco e la fine degli atti di provocazione e destabilizzazione. La 2548 è unita al rapporto del Segretario Generale nella preoccupazione per le ricorrenti violazioni dell’Accordo militare e la reale minaccia al cessate il fuoco, il SG dell’Onu aveva segnalato al Consiglio di Sicurezza 53 violazioni da parte delle milizie del “Polisario” e aveva notato che i termini dell’Accordo Militare numero 1 erano significativamente meno rispettati dal “Polisario”. Il Segretario generale ha così osservato “un’erosione” della collaborazione con Minurso. Il CS aveva, dalla sua risoluzione 2414 del 2018, chiesto al “Polisario” di effettuare “il suo ritiro immediato” dalla zona cuscinetto di Guergarate, e “astenersi dal compiere atti così destabilizzanti”, che potrebbero minare il processo politico. La Coerenza: In primo luogo la coerenza nel preservare i risultati del Marocco, in particolare l’iniziativa di autonomia marocchina come base di qualsiasi soluzione politica, e i parametri di realismo, pragmatismo e compromesso, che caratterizzano l’iniziativa marocchina. A tal proposito diversi Paesi, in particolare membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, hanno anche ribadito, in occasione di questa risoluzione, il loro sostegno all’iniziativa marocchina. La coerenza nel preservare i risultati del Marocco, in particolare nella definizione del mandato della MINURSO. Il CS conferma che questo mandato è limitato alla rigorosa osservazione del rispetto del cessate il fuoco e di non aver ceduto alla logica del ricatto politico, del banditismo e delle molestie del segretariato dell’ONU, logica che spingeva per la modifica delle missioni della MINURSO. La risoluzione conferma definitivamente il mandato della MINURSO, la cui presenza non è in alcun modo legata ad un ipotetico referendum, opzione respinta dallo stesso Consiglio di Sicurezza. Alla vigilia della celebrazione dell’anniversario della Marcia Verde, la risoluzione 2548 rafforza l’approccio del Marocco, che si basa sulla legalità internazionale, la volontà della popolazione, la realtà sul campo, il proseguimento della dinamica di sviluppo e il sempre maggiore riconoscimento della comunità internazionale, come testimoniato dal moltiplicarsi dell’apertura di Consolati Generali nelle province meridionali, ha concluso il Ministro marocchino.