I giardini di villa Barbarigo sono un raro esempio di arte barocca. Rappresentano un percorso salvifico che conduce fino al paradiso.
I giardini di villa Barbarigo e la peste nera
Villa Barbarigo si trova nella frazione di Galzignano Terme, Valsanzibio in provincia di Padova. I giardini, iniziati nel 1665 per volontà di Zuane Francesco Barbarigo, sono stati ampliati e completati dal figlio, Gregorio.
L’idea di realizzare un giardino allegorico nasce da un voto fatto dal capostipite della stirpe nobile dei Barbarigo.
Per sfuggire alla peste nera che infuriava a Venezia, Zuane Francesco Barbarigo decide di trasferirsi con la famiglia in campagna. Quando Lucrezia, sua moglie, muore il gentiluomo fa un voto. Qualora lui ed i suoi familiari fossero riusciti a non ammalarsi di peste avrebbe dedicato un progetto per onorare Dio.
Proprio per rispettare la volontà paterna, Gregorio pensò ad un giardino che rappresentasse un cammino di purificazione e conoscenza di sè stessi.
I giardini dell’antica dimora sono un tipico esempio di arte barocca dove si rinvengono simboli allegorici e misteriosi. L’area verde è concepita come un percorso interiore per giungere sino al paradiso. Fra piante rare, giochi d’acqua, peschiere e fontane sono disposte pregiate statue attribuite ad Enrico Marengo.
Il parco custodisce molte piante provenienti da luoghi lontani e dalle Americhe, come le magnolie bianche ed i cedri della California.
I giardini, che si estendono per 10 ettari, presentano un inizio ed una fine che coincide con la scalinata del sonetto ed il piazzale delle rivelazioni.
Il labirinto e l’isola dei conigli
Il labirinto della villa è uno dei luoghi più carichi di significati allegorici e spirituali. Ricreato con piante di bosso che hanno circa 400 anni è la rappresentazione del cammino verso la conoscenza di sé e la salvezza.
L’isola dei conigli dove vengono effettivamente allevati dei conigli ha un forte rimando simbolico. I conigli rappresentano il ciclo della vita e la fecondità.
Il giardino è aperto al pubblico e visitabile.
La villa ed i suoi giardini sono di proprietà privata ed appartengono, dagli inizi del XX secolo, alla famiglia Pizzoni Ardemani che si è adoperata per il ripristino dei luoghi, gravemente compressi durante l’occupazione nazista.