Porto Canale, sale la tensione dopo il sit-in davanti alla Prefettura. Non si esclude una protesta a Roma
Uiltrasporti e Filt Cgil: vertice in Prefettura
Zonca (Uiltrasporti): “La vertenza rischia di diventare un problema di ordine pubblico visto che c’è in gioco il sostentamento di circa 200 famiglie. Non è accettabile che ad oggi non siano stati fatti passi avanti, subito la convocazione del tavolo interministeriale”
Sale la tensione dei lavoratori del Porto Canale di Cagliari che oggi hanno tenuto un sit-in davanti alla Prefettura di Cagliari, dove i segretari di Uiltrasporti e Filt Cgil hanno manifestato la loro preoccupazione per la vertenza. “La Uiltrasporti ha chiesto al Prefetto di attivarsi con il Governo affinché si convochi d’urgenza il tavolo interministeriale alla presenza dei rappresentanti dei Ministeri dello Sviluppo economico, dei Trasporti e del Lavoro – ha spiegato il segretario generale della Uiltrasporti sarda William Zonca -: questo è imprescindibile perché bisogna riattivare al più presto il percorso dell’Agenzia dei lavoratori per il Transhipment salvaguardando le oltre 200 famiglie degli addetti, che in questo momento vedono a rischio il loro futuro reddituale. Su questo siamo stati intransigenti – ha aggiunto Zonca – perché la vertenza rischia di diventare un problema di ordine pubblico visto che c’è in gioco il sostentamento di queste famiglie. Non è accettabile che ad oggi non siano stati fatti passi avanti. Riteniamo che il Governo, attraverso i suoi referenti nei ministeri, si debba attivare come ha fatto per altre vertenze. Per questo auspichiamo una immediata convocazione del tavolo in modo da riprendere il dialogo costruttivo con le istituzioni. Ribadiamo che per noi l’agenzia è soltanto un punto di partenza che ci permetterà di attivare un percorso virtuoso, sostenuto dalla Regione, dal Governo e dall’Autorità di Sistema Portuale, alla ricerca di un nuovo investitore sul Porto industriale di Cagliari. Come Uiltrasporti attendiamo delle risposte in settimana, altrimenti ci saranno sicuramente nuove iniziative di protesta. Non escludiamo, se fosse necessario, anche un sit-in a Roma”.