Gli scacchi e la leggenda di Sissa
Gli scacchi e la loro leggenda. Introdotti in Europa dagli arabi sono, probabilmente, di origine persiana.
Gli scacchi, la leggenda di Sissa
In India, in un tempo lontano, viveva un ricco sovrano che dopo aver sconfitto i suoi nemici trascorreva le giornate nel tedio. Lentamente, il re stava perdendo interesse per la vita perché non trovava niente che lo stimolasse. Decide così di chiedere aiuto ai suoi sudditi; tutti avrebbero potuto andare a corte per presentare una novità o uno svago mai visto fino ad ora.
Un giorno il sovrano ricevette la visita di un mercante, Sissa, che portava con sé un’elegante scatolina intarsiata e composta da 64 caselle. All’interno del cofanetto erano custoditi 32 piccoli oggetti finemente intagliati.
Sissa illustrò il gioco degli scacchi, soffermandosi sulle regole da seguire. Il re si sentì immediatamente conquistato dal nuovo intrattenimento che prometteva lunghe ora di svago. Finalmente, grazie all’invenzione di Sissa si sentiva vivo.
Il re, desideroso di ricompensare il mercante, gli disse che avrebbe potuto chiedere ciò che più desiderava. Sissa, con grande calma, affermò che avrebbe voluto essere pagato in grano. Più esattamente, richiedeva un chicco per la prima casella e due per la seconda. Per ogni casella la quantità di grano doveva essere raddoppiata. Il re accettò e chiamò i suoi ufficiali perché dessero a Sissa ciò che gli spettava. Dopo aver fatto i conti, i dignitari avvisarono il sovrano che il numero di chicchi era pari a 18.446.744.073.709.551.615.
Nonostante le grandi ricchezze, era una quantità improponibile e così il monarca, in preda alla rabbia, decide di condannare a morte il mercante.
Invece, secondo altri il regnante capì che la richiesta di Sissa nascondeva un messaggio profondo. Pensò così di farlo rimanere a corte, facendolo diventare il suo braccio destro.
Altre storie sugli scacchi
Le storie relative agli scacchi sono tantissime. Una racconta che si debbano ad un contadino che coltivava riso o ad un astuto dignitario di corte.
Secondo altri, il gioco è stato elaborato da un saggio monaco. Il religioso fece conoscere il passatempo ad un principe indiano che ritrovò il gusto della vita, migliorando anche la sua capacità di guidare gli eserciti.