Primo novembre, Ognissanti la storia e le tradizioni
Il primo novembre è Ognissanti o tutti i santi. E’ un giorno di festa nazionale.
Il primo novembre è Ognissanti
Ognissanti o tutti i santi è la ricorrenza del primo giorno di novembre. Si ricordano tutti i santi ed è una festa di precetto.
La storia di questa celebrazione è molto antica. Secondo alcune teorie, le origini si rintracciano nelle celebrazioni celtiche del 31 ottobre. Al tempo, si credeva che i defunti tornassero sulla terra proprio in questa data.
E’ possibile che la Chiesa, per contrastare il paganesimo, abbia assorbito le antiche celebrazioni fondendole nel giorno di Ognissanti.
E’ stato papa Gregorio IV , nel 835 d.C., a stabilire definitivamente la data.
Il due novembre
Il giorno successivo ad Ognissanti si ricordano i defunti. Per l’occasione ci si reca in cimitero per portare fiori e piante sulle tombe di coloro che non ci sono più. Proprio in cimitero si svolgono messe e benedizione. Inoltre, per la Chiesa il 2 novembre si può lucrare un’indulgenza plenaria, nel rispetto di alcune regole.
Nel nostro Paese esistono tradizioni molto particolari, legate alla credenza che fra il primo ed il due novembre i morti tornino sulla terra. In alcune regioni si è soliti lasciare la tavola apparecchiata, in altre si mette un bicchiere di acqua e qualche castagne vicino ad una finestra mentre in altre si lascia un lume acceso per tutta la notte.
Inoltre, si preparano moltissimi dolci speciali come le ossa o il torrone dei morti, tipico della Campania. In Puglia si preparano i sassanelli, dei biscottini ricchi di cacao, spezie e vino cotto e la colva dei morti.
La colva, detta anche grano dei morti, si cucina con cioccolato, spezie, noci e melagrane.
Le fave, o favette, dei morti sono diffuse in tutte le regioni. Ogni luogo però si differenzia per l’aggiunta di ingredienti come cioccolato, cacao o alchermes.
Quasi tutte le ricette italiane prevedono l’impiego della frutta secca e del miele.
In queste giornate è tradizione mangiare legumi, soprattutto fave, carne di maiale, zucca e castagne. Invece, in Liguria non possono mancare i volatili. Un antico detto recita “Santi senza becco, Natale poveretto”. Ecco perché il primo novembre è d’obbligo mangiare carne avicola.