Cavallo: l’isola proibita dei super-ricchi a sud della Corsica

Una bellissima isola, a pochi passi dalla Corsica e all’interno della Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio, meta esclusiva di persone ricchissime: ecco Cavallo.
A sud della Corsica, nel piccolo arcipelago di Lavezzi, a est del paesino di Bonifacio e dello stretto che ne prende il nome, si trova un’isola che è tanto bella quanto esclusiva e inaccessibile. Questa isola nei decenni è diventata luogo di residenza e villeggiatura di personaggi ricchissimi e potentissimi, stregati dal fascino delle sue acque e delle sue calette. Stiamo parlando dell’isola di Cavallo.
Come si arriva all’isola di Cavallo?
L’isola, come detto, è di proprietà privata e a differenza delle sorelle dell’arcipelago di Lavezzi non è liberamente visitabile (anche se di fatto non esistono vincoli di tutela ambientale che la riguardino). Si può accedere solo se si è proprietari di un immobile, ospiti o se si è affittato uno di essi.
La storia antica di Cavallo
Cavallo probabilmente fu frequentata anche in epoche antichissime, in quanto durante l’ultima glaciazione costituiva, insieme con le altre isole dell’arcipelago di Lavezzi, un passaggio percorribile tra Sardegna e Corsica (con il mare che, a causa del congelamento di buona parte degli oceani, si trovava 100 metri al di sotto del livello attuale).
I resti più chiari di una delle passate occupazioni di Cavallo sono rappresentati dai segni ancora visibili sulle sue rocce dell’attività di estrazione del granito che si svolse in epoca romana. I romani, nel II secolo d.C., inviarono dei prigionieri presso l’isola per estrarre il granito dalle sue rocce, con l’obiettivo di utilizzare il materiale per costruire nuovi templi. Le vestigia di questa cava romana rimasero ben visibili e in buone condizioni fino al 1872, quando buona parte divenne materiale utile alla costruzione del faro dell’isola. Una solitaria colonna sopravvissuta al “saccheggio” venne trasportata a Bonifacio nel 1932, e nel 1992 il sito fu dichiarato dalla Francia “monumento storico”.
La storia recente di Cavallo
L’isola, al di là di chi vi passò durante la glaciazione e degli schiavi romani, è rimasta per lo più disabitata nel corso dei millenni. A parte qualche solitario pastore e qualche barca che di tanto in tanto si appoggiava all’isola nei suoi tragitti per il mar Mediterraneo (o durante le battute le pesca).
La situazione cambiò durante gli anni ’60, quando Jean Castel, proprietario di noti night club a Parigi (tra cui l’omonimo club nella rue de Princesse), acquistò l’isola e l’intero arcipelago di Lavezzi. Castel, con l’autorizzazione della Corsica, costruì a Cavallo varie case immerse nel verde, un porticciolo e anche una piccola pista di atterraggio.
In questi anni l’isola divenne meta di ricchi e famosissimi personaggi alla ricerca di una vacanza in un paesaggio mozzafiato ma lontano dai servizi e dall’antropizzazione della città: Caterina di Monaco, Bianca e Mick Jagger, Catherine Deneuve, Brigitte Bardot, Marcello Mastroianni. L’idillio durò poco, in quanto “l’isola dei miliardari” (così chiamata con spregio dai turisti per via del suo carattere privato e inaccessibile) divenne sempre più popolata, fin troppo, al punto da costringere il governo francese a vietare nuove edificazioni (e oggi l’isola è un cimitero di cantieri lasciati a metà).
Isola sostenibile
Oggi questa inaccessibile perla del Mediterraneo si fregia di essere un’isola sostenibile, in cui è vietato utilizzare mezzi che si servano di combustibili fossili (se non per il carico e scarico) ma anche piantare ombrelloni o portare sdraio sulle sue splendide calette. In spiaggia è inoltre vietato accendere fuochi o raccogliere sabbia e conchiglie.
È poi vietato danneggiare l’ambiente o prelevarne degli elementi, e bisogna seguire la raccolta differenziata. Sull’isola ci si muove in bici o in Kart elettrico.