Salute

Le diete sbagliate provocano un milione di decessi

Le diete sbagliate provocano, nella sola Europa, circa un milione di decessi. Lo stile alimentare mediterraneo è il più corretto per l’uomo e l’ambiente.

Le diete sbagliate provocano un milione di morti

Secondo i dati forniti dalla Winter School 2023, ogni anno in Europa un milione di persone muore per un’alimentazione sbagliata. I decessi aumentano a causa dell’adesione a regimi dietetici squilibrati che promettono rapidi dimagrimenti. Un altro aspetto è legato all’abbandono della dieta mediterranea, riconosciuta anche a livello internazionale fra le migliori.

Nei Paesi Europei si ha la tendenza a preferire stili alimentari che promettono un rapido dimagrimento. Purtroppo, in molti casi si tratta di diete non equilibrate e quindi non adatte a preservare la salute.

Gli effetti delle diete sbagliate

I regimi alimentari scorretti hanno forti ripercussioni non soltanto sullo stato di salute ma anche sull’ambiente. Invece, la dieta mediterranea è sostenibili, economica, versatile ed utile per ridurre il rischio di sviluppare molte patologie. Secondo il Presidente della Società italiana di medicina ambientale, nel nostro paese la dieta tradizionale mediterranea è tralasciata da oltre il 40% delle persone. La dieta mediterranea è abbandonata in favore di altre proposte non salubri che possono mettere a rischio la longevità.

Gli effetti tangibili del non seguire la mediterranea sono evidenziati da un rapporto della Coldiretti sui dati Istat. Gli italiani adulti obesi o in sovrappeso sono circa 25milioni, ossia uno su due, mentre i bambini con problemi di peso sono più di due milioni. Il sovrappeso è determinato da un abuso di cibi troppo ricchi di grassi, zuccheri e sale ma anche dall’abbandono di pietanze salutari e sazianti. La verdura e la frutta sono spesso sostituiti da alimenti alternativi che sono ipercalorici e con un quadro nutrizionale squilibrato. L’indagine di Coldiretti svela che il 7.8% dei bimbi consuma verdura meno di una volta alla settimana e soltanto uno su tre la mangia giornalmente.

Inoltre, nel nostro Paese si fa poco movimento ed il problema è aumentato dopo la pandemia.

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