Intervista con la storia, di Oriana Fallacci, è una raccolta di interviste effettuate dalla giornalista e scrittrice, nel periodo compreso tra la fine degli anni sessanta e settanta del XX secolo. La prima pubblicazione risale al 1974, edita da Rizzoli. Si tratta di un importante testo esempio del giornalismo di inchiesta italiano.
“Non riesco a escludere che la nostra esistenza sia decisa da pochi, dai bei sogni o dai capricci di pochi, dall’iniziativa o dall’arbitrio di pochi… Certo è un’ipotesi atroce. Ancor più sconsolato ti chiedi come siano quei pochi: più intelligenti di noi, più forti di noi, più illuminati di noi, più intraprendenti di noi? Oppure individui come noi, né meglio né peggio di noi, creature qualsiasi che non meritano la nostra collera, la nostra ammirazione, la nostra invidia?” Così scrive la Fallaci nella premessa a “Intervista con la storia”. IL libro è un bellissomo esempio di giornalismo, un testo da studiare e da tenere a mente. Infatti si tratta di diverse interviste curate dalla giornalista in mezzo ad un’epoca ormai scomparsa.
Il Novecento in un libro questo è il testo della Fallacci. Qui si leggono interviste a Henry Kissinger a Willy Brandt, da Golda Meir a Indira Gandhi, da Arafat a Hussein di Giordania, da Nenni ad Amendola, fino a Giulio Andreotti. Pubblicato nel 1974, il libro trasmette tutta la caparbietà, la voglia di capire il mondo e gli uomini ed è un vero e proprio concentrato di stile inconfondibile. Una condanna spietata del potere, un invito alla disubbidienza, un inno appassionato alla libertà.
Stile
Lo stile e il registro della comunicazione utilizzato da Oriana Fallaci è uno stile anni Settanta, totalmente diverso da quello a cui siamo abituati oggi. Molto giornalistico e particolare è il testo che serve per scoprire ed acquisire stile differente. Si tratta di interviste importanti a personaggi di spicco che spesso volevano sottrarsi alla stampa. Di questo, infatti, Federico Rampini, che ne cura la prefazione è a perfetta conoscenza infatti scrive che per molti di questi la “reticenza era un’autodifesa” per cui riuscire ad ottenere una intervista era una impresa ciclopica e la Fallacci ci riesce. Ogni intervista, nel testo ha un bel preambolo che inquadra perfettamente l’intervistato.
