Infanzia: Save the Children, la percentuale di bambini non vaccinati è tre volte superiore nelle zone di conflitto rispetto al resto del mondo

La percentuale di bambini che non hanno mai fatto una vaccinazione di routine – spesso definiti bambini “a dose zero” – è tre volte superiore nelle zone di conflitto (22,7%) rispetto al resto del mondo (7,1%).
È quanto emerge da un’analisi di Save the Childrensui dati OMS/Unicef, realizzata alla vigilia della conferenza globale che si svolgerà giovedì 20 a Parigi, organizzata da Gavi, l’Alleanza per i vaccini, insieme all’Unione africana e al governo francese, con l’obiettivo di aumentare i finanziamenti per l’Alleanza e incrementare la produzione di vaccini in Africa.
La percentuale di bambini “a dose zero” nei Paesi africani, inoltre, è più che doppia rispetto a quelli che vivono negli altri Paesi (18,7% rispetto al 6,9%)[1].
L’analisi dell’Organizzazione ha l’obiettivo di sensibilizzare i donatori a incrementare i finanziamenti per Gavi, in particolare quei Paesi che si sono impegnati a destinare lo 0,7% dei bilanci nazionali per l’aiuto allo sviluppo.
Save the Children ha una partnership con Gavi che punta a rafforzare l’impegno per le vaccinazioni e i servizi sanitari per poter raggiungere i bambini “a dose zero” nelle comunità emarginate e difficili da raggiungere.
Ogni bambino ha diritto ad essere vaccinato come parte del suo diritto alla salute. I minori che vivono in zone di conflitto sono più vulnerabili dal punto di vista sanitario, poiché lo sfollamento ostacola la possibilità di accedere ai servizi e contribuisce alla diffusione delle malattie.
Quando l’anno scorso è scoppiato il conflitto in Sudan, la trentenne Hadia*, madre di cinque figli, è stata costretta a fuggire dalla sua casa di Khartoum allo Stato del fiume Nilo, dopo aver dato alla luce il suo figlio minore solo due giorni prima.
Hadia* ha raccontato: “Avevo paura che i miei figli mancassero le vaccinazioni, anche più dello sfollamento stesso. So che senza le vaccinazioni i bambini rischiano di ammalarsi, di contrarre la poliomielite, il morbillo, la difterite e altre malattie che possono avere un impatto sulla loro crescita o addirittura causare la morte”.
Con un programma di finanziamenti ambizioso, Gavi sarà in grado di investire nel potenziamento dei sistemi sanitari e nella fornitura di un maggior numero di vaccini per i bambini, con particolare attenzione ai bambini “a dose zero” e a quelli sottoimmunizzati, nonché a quelli che si trovano in zone di conflitto o ad alto rischio per gli impatti dei cambiamenti climatici. Quasi la metà dei Paesi che possono beneficiare dei finanziamenti di Gavi sono classificati come Stati fragili e colpiti da conflitti.
“Ogni bambino ha il diritto di sopravvivere, eppure un numero impressionante di bambini muore per malattie prevenibili perché non ha accesso alle vaccinazioni. Spesso si tratta di bambini che hanno già perso molto a causa di esperienze insopportabili di conflitto e sfollamento – ha dichiarato Inger Ashing, Direttrice generale di Save the Children International – Non solo è possibile assicurarsi che nessun bambino venga lasciato indietro, ma è fondamentale. I governi, il settore privato e i partner devono dare priorità alla vita e al benessere dei bambini e finanziare e sostenere pienamente Gavi”.
“Accogliamo con favore anche il lancio dell’African Vaccine Manifacturing Accelerator (AVMA), uno strumento finanziario approvato dal GAVI che consentirà di aumentare la capacità e l’autonomia dei Paesi africani nella produzione dei propri vaccini. Questo darà la possibilità a tanti bambini in tutto il continente di essere protetti da malattie prevenibili”.