Editoriali

La campagna mediatica contro il Marocco non giova agli interessi dell’Europa

In Francia , il giornalista Rachid M’Barki, dopo un lungo silenzio ha parlato davanti alla Assemblea Nazionale, nel corso di una audizione per la commissione d’inchiesta sulle pressioni estere nella politica francese. Il giornalista era stato prima sospeso e poi licenziato dall’emittente in cui lavorava per aver commentato un forum economico tra Spagna e Marocco avvenuto a Dakhla, aggiungendo che la città si trova nel “Sahara Marocchino” . Lo storico presentatore del telegiornale è stato accusato di aver trasmesso  nel suo telegiornale quotidiano dei servizi non convalidati dai vertici della sua gerarchia. L’emittente per la quale lavorava  ha anche annunciato che sta presentando una denuncia contro ignoti per “corruzione passiva e abuso di fiducia”. Il giornalista si è sempre difeso sostenendo di non avere mai ricevuto nulla dal Marocco per usare il termine “Sahara Marocchino ” bensì di aver svolto correttamente il proprio lavoro. 
Questo fatto è l’ennesimo evento in poco tempo che vede al centro il Marocco. Come già sostenuto mi appare strano che in così poco tempo vi sia un attacco mediatico e politico così forte nei confronti del Regno. Mentre il Marocco sviluppa una politica estera dolce ma ferma su temi centrali quali la stabilità del Magreb, forze sempre più forti tentano di screditare il Regno. 
A mio giudizio non sono eventi casuali, essi si hanno iniziato ad aumentare in coincidenza con la guerra russo/ucraina individuando, nel Marocco un potenziale avversario per accrescere il conflitto . In tutto questo vi è molta responsabilità da parte dell’Europa che, se da un lato ha messo al bando gli idrocarburi dalla Russia , è divenuta dipendente da altre Nazioni spesso alleate della Russia stessa. L’accresciute capacità economiche di queste Nazioni ha pemesso di sostenere ancora di più le forze separatiste contro il Marocco. 
Eppure oggi più che mai abbiamo bisogno, come Italia, come Europa di rinsaldare i legami con il Marocco. Infatti, il Regno rappresenta l’unica Nazione stabile nell’intera area . Una regione che ha detto anche il Presidente del Consiglio Italiano, Giorgia Meloni, che rischia di essere una mina pericolosa . Infatti, il Presidente del Cosiglio dei Ministri Italiano, ha rilevato che in caso di crisi finanziaria della Tunisia potrebbero arrrivare fino a 900.000 migranti che l’Italia non è in grado di accogliere. Cifre e dati che fanno pensare e che meritano attenzione da parte dei decisori politici. Occorre avere nella regione un’alleato sicuro e stabile e il Marocco si candidata ad esserlo.

Ma, propria questa affidabilità non è ben vista dalle nazioni della regione che non ancora comprendono fondo che le rivlaità e gli pseudo conflitti non fanno che rendere il Magerb più povero e non una delle regioni al mondo potenzialmente più ricche

Marco Baratto

Marco Baratto

Nato a Milano , Laureato in Legge. Si interessa di storia dei rapporti tra l'Europa e il Mediterraneo.

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