Scienze e Tecnologia

Pangea: passato, presente, futuro.

Pangea è il nome attribuito al continente primordiale da Alfred Wegener, geologo tedesco, nei primi anni del ‘900, nella sua teoria della deriva dei continenti.  Egli fu attirato da una strana coincidenza: la forma della costa occidentale del continente africano e quella della costa orientale del continente sudamericano combaciavano perfettamente. Wegener, a conferma della sua teoria, portò altre prove, quali la natura geologicamente simile delle rocce dei continenti che idealmente si incastravano e alcuni ritrovamenti fossili del rettile Mesosaurus e della felce Glossopteris , distribuiti in fasce che abbracciavano i due continenti e che facevano ipotizzare che in passato fossero uniti in un solo continente.

Nonostante queste prove la sua teoria fu ritenuta bizzarra e non venne accettata. Questa bocciatura è dovuta alle poche disponibilità di mezzi e conoscenze che si avevano ad inizio ‘900, per cui Wegener non potè spiegare come e perchè Pangea si divise in vari continenti e quale fosse la causa di questi spostamenti successivi. Oggi, con lo sviluppo di strumenti e tecnologie, si è potuto dimostrare ciò che lo scienziato tedesco affermava, anzi, la teoria ipotizza anche l’esistenza antecedente di altri supercontinenti. A partire da 3 miliardi di anni fa (i valori sono approssimativi), abbiamo in successione:

Ur (3 Miliardi anni fa )

Kenorland (2.7 Miliardi anni fa)

Nema (1.8 Miliardi anni fa)

Columbia (1.8 – 1.5 Miliardi anni fa)

Robinia (1.1 Miliardi – 750 Milioni anni fa)

Pannotia (600 – 540 Milioni anni fa)

Oldredia (418 – 380 Milioni anni fa)

Euroamerica (300 Milioni anni fa)

Pangea era circondata da un vasto oceano Panthalassa, mentre l’ampia insenatura che separava parzialmente la parte settentrionale da quella meridionale prende il nome di Oceano Tetide. A cavallo del Triassico e del Giurassico (180 Milioni anni fa), a causa del processo della tettonica a zolle (modello scientifico sulla dinamica della crosta terrestre), questo super continente si suddivise in due parti: Laurasia a nord e Gondwina a sud. A loro volta, nel corso di milioni di anni, si suddivisero ulteriormente fino all’attuale conformazione terrestre.

Chistopher Cotese, geologo americano creatore del progetto Paleomap, premettendo che i suoi studi si basano sull’esame dei cambiamenti tettonici passati, essendoci ad oggi ancora troppe incognite su i sudetti cambiamenti riportati al futuro,  ipotizza che, fra 250 milioni di anni, i continenti si riuniranno formando Pangea Ultima. Le Americhe entreranno in contatto con l’Africa più a sud del periodo Triassico – Giurassico, con la Patagonia che si unirà all’Indonesia. Internamente si formerà l’Indo Oceano Atlantico (residuo dell’oceano Indiano e Atlantico). L’Oceno Pacifico circonderà Pangea Ultima, mentre l’antartide, si unirà con l’Australia, formando il nuovo Polo Sud.

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15 Commenti

  1. Salve! Ho letto con interesse ed entusiasmo il pezzo, veramente molto scientifico. Anche mi interesso di queste argomenti. Hai letto dei terremoti? L’Italia ultimamente si trova, a mio vedere, al centro di movimenti di alcune faglie. Sai qualcosa in merito?
    Gianni Leon

    1. Mi fa piacere che l’argomento è piaciuto. Purtroppo di Pangea nn è facile trovare riferimenti sul web, amenochè nn si acquisti un testo sull’argomento. Xò spero di essere stato esauriente su questo remoto passato 🙂

  2. Anche io la penso come Gianni, però mi aspettavo si affrontasse il problema dei vulcani.
    Complimenti!!! Spero di leggerti presto.

    1. Affiancare il discorso vulcani, iniziando dall’ipotetico supercontinente Ur datato 300 miliardi di anni fa, era troppo complesso, xò qualcosa sull’evoluzione vulcanologica si può tentare. Chiaro che nn sarò scientifico al 100%, xò provarci nn costa niente 😉

    1. Le coste occidentali della Grecia, sono soggette a terremoti, perchè è presente una estesa faglia sismica. Se si va sul seguente sito, si potrà vedere in maniera dettagliata la mappa delle faglie del mediterraneo.

      http://diss.rm.ingv.it/GFMaplet3_INGV/GFMaplet/Default

      Ricordiamo, però, che a volte, l’attivazione di una faglia sismica, può creare una perturbazione che attiva altre faglie, causando altri terremoti anche di leggera entità.

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