STINTINO 12 luglio 2014 – «E’ un progetto di partenariato, che mette assieme il Comune di Stintino, quello di Porto Torres, il Parco nazionale dell’Asinara, l’Università di Sassari ed esce così dai confini amministrativi per entrare in un programma più ampio. Coinvolge il sistema culturale ambientale, dà prestigio al territorio e all’area vasta». Così ieri mattina (11 luglio) a Stintino il sindaco, Antonio Diana, ha aperto i lavori del convegno organizzato nella sala consiliare per il centenario della Grande Guerra.
Un appuntamento che ha ottenuto il plauso del Presidente della Repubblica che, con un breve messaggio, si è complimentato per l’iniziativa. “Commemorazioni di pace: i profughi serbi e i prigionieri austroungarici nell’isola dell’Asinara durante la prima guerra mondiale” diventa così un’occasione di lancio dei progetti di ricerca storica e bioarcheologica da realizzare sull’Asinara. Un lavoro che, secondo gli obiettivi, vuole tramandare la memoria storica di uno degli eventi tra i più tragici della Grande Guerra, oltre che far diventare l’Asinara e il Nord Ovest della Sardegna luogo di incontro tra popoli.
E l’isola dell’Asinara è stata proprio il teatro di quegli episodi. Tra Fornelli e Cala Reale, sino all’estrema punta nord dell’isola, tra il 1915 e il 1916 furono allestiti i campi di profughi serbi e prigionieri di guerra austroungarici. Qui morirono a migliaia, decimati dalle malattie. «Nelle nostre intenzioni il progetto avrà una durata di 3 anni – ha ripreso il primo cittadino – e non si chiude con le ricerche storica e scientifica. È ambizioso e vuole collocare l’Asinara al centro dell’Europa, all’interno di un circuito che abbia il riconoscimento da parte dell’Unesco».
Per l’Asinara quindi una apertura verso il mondo: «L’isola potrebbe diventare un parco europeo, un’isola che – ha detto il direttore dell’Ente parco Pierpaolo Congiatu – è ancora tutta da scoprire». E proprio con il coinvolgimento di numerosi attori è stata ipotizzata, a giugno 2015, la realizzazione di un “Convegno della pace tra i popoli” e un “Festival della pace 2015”, una mostra itinerante con documenti, foto e filmati, un presepe delle etnie, un campus giovani delle varie etnie per il recupero dei luoghi della memoria. «Un percorso della memoria – ha detto il sindaco di Sassari Nicola Sanna – che faccia capire le ragioni dell’unità», che l’Europa ha trovato in questi 70 anni di pace ininterrotta e che deve essere sempre più ampia.
Lo studio e la ricerca storica sarà portata avanti dall’Università di Sassari che, con Susi Trova, delegata dal rettore Mastino, collaborerà con l’Università di Belgrado. È stata lei a descrivere a grande linee gli eventi che portarono sull’Asinara migliaia di profughi serbi e prigionieri austroungarici. E da qui adesso si deve partire per dare voce e nome a quegli uomini che lì morirono. L’auspicio quindi dell’assessore provinciale alla Cultura, Marisa Porcu Gaias, per la creazione di un corpus documentale che possa dare luce alle migliaia di persona che sono state vittime della Grande Guerra.
«Questo progetto è il modo più umano per ricordare quella tragedia – ha detto Petar Skundrich, consigliere del Primo Ministro serbo – e la promozione dell’Asinara come zona di pace europea non significa soltanto la riappacificazione dei popoli ma è il miglior messaggio per il tutto il mondo».
Nel progetto è prevista la realizzazione di una campagna di bioarcheologia volta a scoprire le cause della morte dei profughi presenti nell’isola e la loro origine etnica; la campagna di scavo e analisi del Dna degli individui sarà portata avanti dal dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari, con il professor Salvatore Rubino.
Tra gli ospiti una delegazione della Giordania, Libano e degli Emirati Arabi.
Il convengo ha ottenuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la collaborazione della Camera di commercio del Nord Sardegna e della Fondazione Banco di Sardegna.