Il giovane Festival di storie musica e parole dell’Associazione Móiti, in collaborazione con il Comune, porta a Palau per il 24 Agosto, musicisti eccezionali: Antonella Ruggiero, Mark Harris, Roberto Colombo, gli Elva Lutza ed Ester Formosa.
L’associazione Móiti, reduce dal grande successo della Festa del Porto, presenta l’altra sua giovane creatura arrivata alla II Edizione, “Lanterne” il Festival di Storie, musica e parole, che si terrà a Palau il 24 Agosto nell’intima cornice di Piazza Fresi, con una delle voci considerata universalmente tra le più intense e suggestive del panorama musicale italiano: Antonella Ruggiero.
Il fascio di luce dei fari ha sempre costituito per gli emigranti del mare un’allerta e rivelato la rotta della salvezza. Così pure “Lanterne” mette in luce la bellezza e svela la profondità che celano ritmi e versi, lasciando che ognuno di noi approdi dolcemente nella baia dell’arte e della cultura, per trovarvi un rassicurante rifugio. Questo compito è affidato quindi alla Ruggiero, artista dal repertorio eterogeneo per cultura e provenienza che si distingue per un’elevatissima estensione vocale e che le permette di passare dal registro pop a quello lirico di soprano leggero, passando per la musica sacra, jazz, musica popolare, tango, musica corale e bandistica, musica classica e contemporanea e per progetti dedicati espressamente alle caratteristiche della sua voce cristallina.
Sarà dunque lei ad illuminare il palco di Lanterne portando in scena lo spettacolo “Concerto versatile” proponendo brani della canzone d’autore italiana ed i suoi più grandi successi, accompagnata da un duo di eccezionali musicisti: Mark Harris al pianoforte – che vanta collaborazioni con: Fabrizio De André, Giorgio Gaber, Mia Martini, Enzo Jannacci, Pino Daniele, Roberto Vecchioni, Eugenio Finardi, Renato Zero, Laura Pausini, Sergio Caputo, Eros Ramazzotti, Al Jarreau, Dee Dee Bridgewater e Randy Crawford. Sua è la voce del brano Ave Maria, in lingua sarda, presente nel disco Fabrizio De André del 1981 – e Roberto Colombo al synth e vocoder, collaboratore della Premiata Forneria Marconi (PFM), ha curato arrangiamenti di Fabrizio De André, PFM e di Ivan Cattaneo, attivo da anni nel panorama musicale italiano, ha curato numerose produzioni sanremesi tra le quali il brano “Vacanze romane” dei Matia Bazar dei quali è produttore storico. Ha prodotto, tra l’altro, dischi di Giuni Russo, Alberto Camerini, Garbo, Le Orme, i Matia Bazar, Miguel Bosè, Morgan, Enzo Jannacci, arrangiatore per Adriano Celentano, Edoardo Bennato, oltre a tutta la discografia solista di Antonella Ruggiero, di cui è il marito.
È autore di tre album solisti di progressive influenzato pesantemente da Frank Zappa: Sfogatevi bestie (1976), Botte da orbi (1977) e Astrolimpix (1980), di recente ristampati su CD.
Roberto Colomba ha inoltre composto la sigla italiana di Beautiful, di RaiStereoNotte, di Studio Aperto dal 1997, nonché il segnale orario di Canale 5.
“Siamo contentissimi che un Festival così giovane, alla sua seconda edizione, sia riuscito ad arrivare in così breve tempo ad una voce del calibro di Antonella Ruggiero” dichiara il Direttore Artistico di “Lanterne”, Alessandro Azara.
La Ruggiero è stata tra i membri fondatori nel 1975 del gruppo dei Matia Bazar, a cui dato il nome e con cui ha raggiunto la fama in Italia e nel mondo.
Dopo il percorso con i Matia Bazar, Antonella Ruggiero ha spaziato dalla musica sacra a quella per bambini, dal jazz al pop, passando per la musica ebraica, portoghese e orientale.
La carriera solista della Ruggiero inizia con “Libera”, cui ha fatto seguito “Registrazioni moderne”, in cui rileggeva insieme a molti gruppi e solisti – da Madaski a Subsonica, passando per la Banda Osiris – la sua produzione precedente. Nel 1999 è la volta di “Sospesa”, in cui compaiono collaborazioni con Ennio Morricone e con Giovanni Lindo Ferretti. Tra le produzioni più recenti: “Stralunato recital live”, “Souvenir d’Italie”, viaggio all’interno della canzone italiana fra le due guerre e “Genova, la Superba”, dedicato alla tradizione della canzone d’autore della sua città, tra Bindi e De Andrè.
L’apertura del concerto è affidata agli “Elva Lutza”, vincitori del Premio Parodi 2011, con Ester Formosa.La passione comune per la musica popolare ha portato all’incontro fra Nico Casu, trombettista e cantante, e Gianluca Dessì, chitarrista dalle varie esperienze in ambito etno-folk. Il nome del duo è un nome sardo: “elva lutza” ovvero l’erba magica, l’erba delle fate.
Il risultato dell’incontro fra due musicisti così diversi per esperienze e approccio è un vero viaggio nella musica tradizionale di varie regioni dell’Europa (Balcani e Sardegna); lo spirito non è certamente quello del revival, o semplice riproposta, ma una rielaborazione in cui jazz, musica contemporanea e world music si ritrovino ad essere “parenti acquisiti” e diano vita a una performance originale dove possano convivere la doina rumena, il ballu tundu, la gavotta bretone e mille altri inputs musicali fra cui l’improvvisazione. La cantante e attrice catalana Ester Formosa di Barcellona, dapprima attrice di teatro, vincitrice di numerosi premi e riconoscimenti, a partire dagli anni ’90 si distingue per la sua attività di cantante in lingua catalana, divenendo una delle più importanti interpreti della nuova cançò catalana. Dotata di un invidiabile estensione e di un’intonazione impressionante, negli anni ha spaziato fra diversi generi, creando un personale cross-over fra canzone d’autore, musica popolare e atmosfere più jazz.
La I Edizione aveva fatto risuonare,ad introduzione degli spettacoli, le parole della voce narrante, accompagnata dal filo di luce di una lanterna, che raccontava la storia di Squarciò, il pescatore di frodo dell’Arcipelago di La Maddalena la cui vita ha ispirato il romanzo di Franco Solinas e dal quale libro è stato tratto il film “La Grande strada Azzurra” di Gillo Pontecorvo con Alida Valli e Yves Montand.
Per la II Edizione che si terrà domenica, Lanterne ha in serbo una nuova storia. Il Festival che attribuisce alle parole la stessa importanza dalla musica, sostiene che la narrazione dei luoghi costruisca un ponte tra il passato ed il presente, tra chi racconta e chi ascolta, ma soprattutto restituisca bellezza e dignità svelando un significato più nascosto e profondo della terra in cui si vive o si soggiorna.