Marchio indelebile che ci teniamo addosso da ormai 3 anni anche se 170.000 colleghi sono stati beneficiati dalle 6 lotterie nelle quali è stato posto in estrazione il nostro diritto alla pensione.
Ne restano ancora (a conti INPS mai smentiti) oltre 200.000 che rischiano l’indigenza.
La Rete dei Comitati degli “Esodati” (organizzazione indipendente ed autonoma da altre organizzazioni sindacali o politiche, di 15 Comitati spontanei animati e gestiti da volontari) per ricordare quell’evento sciagurato e disastroso per le loro vite, stanno organizzando in questi giorni i “festeggiamenti”.
Oggi si è iniziato a Lodi con una manifestazione di “fantasmi” per dimostrare che non sono rimasti “solo casi isolati da sistemare” come si sostiene da più parti nelle ultime settimane, e domani nostre delegazioni consegneranno ai Prefetti delle principali città italiane due documenti (che vi alleghiamo) volti a denunciare ancora una volta il nostro dramma affinché coinvolgano il Governo e lo sollecitino a porre urgentemente fine a tale ingiustizia.
Abbiamo iniziato oggi nelle Prefetture di Torino, Lodi e Roma e continueremo domani in tutte le altre.
Vi chiediamo cortesemente di dare notizia delle nostre iniziative e del documento allegato che sarà inviato, unitamente al Dossier sul nostro dramma, domani a tutti i parlamentari italiani.
Vi ringraziamo sentitamente per l’attenzione che riserverete alla nostra iniziativa pregandovi di darci una mano nel tenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica verso il nostro dramma.
Per la “Rete” dei Comitati degli Esodati, Mobilitati, Contributori Volontari, Donne ESMOL, Esonerati Pubblica Amm.ne, Fondi di Settore e Licenziati senza tutele
Francesco FLORE – Tel. 07803888 – 33899768
(email: comitatiesodatinrete@gmail.com)
Rete dei Comitati degli “Esodati”
“ESODATI“: TRE ANNI DI DRAMMA
( 6 Dicembre 2011- 6 Dicembre 2014)
Nell’immaginario collettivo di grandi e piccoli, il mese di dicembre evoca, con le sue feste, la speranza di spensieratezza e di serenità da condividere con i propri cari ed i propri amici, accantonando la quotidianità con le sue inquietudini e le sue complessità.
Ma questo scenario di positività non è concesso a tutti e, tra gli esclusi, vi sono quei signori e quelle signore, tutti ex lavoratori, in larga parte “nonni”, che oramai da tre anni si portano addosso il “marchio” di “esodati”.
Per tutti loro il mese di dicembre corrisponde a una sola data: 6 dicembre 2011! Quel giorno di oramai tre anni fa fu approvata la riforma previdenziale Fornero ed iniziò così il loro incubo.
Dall’oggi all’indomani il loro diritto alla pensione fu leso con inaudita indifferenza.
Il loro presente, e quello delle loro famiglie, fu scaraventato nel baratro della più profonda incertezza economica e, a distanza di tre anni, per molti di loro quel baratro si è trasformato nei fatti in indigenza.
La Repubblica Italiana pone le radici stesse del suo essere nel lavoro ma, scippando con violenza a suoi ex lavoratori il diritto alla pensione, calpesta i suoi stessi fondamenti e li disonora. Argomentiamo meglio i fatti ed i provvedimenti normativi con l’allegato Dossier.
Lo Stato, come già ammesso dall’ ex Presidente del Consiglio Letta, ha rotto un patto con queste persone, ledendo con una inqualificabile e vergognosa azione gli stessi principi di giustizia ed uguaglianza che lo animano.
Cosa celi la parola “esodato” purtroppo ai più non è noto.
Ma questo termine nasconde 389.200 persone ( dato ufficiale contenuto in una relazione tecnica dell’INPS del maggio 2012), 6 provvedimenti limitati di salvaguardia, (ovvero norme che consentono ad un numero ben circoscritto di persone di poter conseguire la pensione in base alle leggi in vigore prima della riforma ), 170.300 salvaguardati ed oltre 200.000 NON SALVAGUARDATI.
In queste ultime settimane assistiamo ad un balletto dei numeri: da una parte c’è chi sostiene che il numero degli ”esodati“ non salvaguardati sia molto inferiore; dall’altra il Ministero del lavoro (su elaborazioni INPS) certifica che sono 49.500 coloro che, applicando gli stessi criteri della 6‘ salvaguardia, matureranno il diritto fino al 2018; altri ancora che occorra ricontarli con un apposito censimento.
Censimento che riteniamo inutile e dannoso e che in questi 3 anni l’INPS ha condotto, su specifica richiesta del Governo e del Parlamento, utilizzando i dati che già detiene, per ben 8 volte.
Di fatto si cerca strumentalmente di far passare l’idea che ormai le persone non salvaguardate siano ridotte a “pochi casi individuali” anziché procedere alla soluzione del problema alla radice, che per la Rete dei Comitati degli Esodati non può che essere:
Riconoscere il diritto alla pensione con le regole ante manovra Monti-Fornero a tutti coloro che non erano più occupati al 31.12.2011 per avvenuta risoluzione contrattuale a qualsiasi titolo, oppure avevano entro quella data sottoscritto accordi collettivi o individuali che come esito finale prevedevano il futuro licenziamento e che maturano il requisito pensionistico con le previgenti norme entro il 31.12. 2018.
Si dia, pertanto, incarico al Ministero del Lavoro ed all’INPS di contare definitivamente quanti di noi hanno quei soli 2 requisiti, eliminando tutte le condizioni restrittive (paletti) introdotte nelle sei salvaguardie per ridurre il numero dei potenziali beneficiari, e si proceda urgentemente a sanare il diritto alla pensione per le decine di migliaia di esodati non salvaguardati ancora oggi in attesa.
Costoro sono persone in carne ed ossa! Per i tecnici dei vari ministeri sono un dato sterile, ma il loro dramma purtroppo non lo è. La sofferenza emotiva e psicologica che si è impossessata della loro vita, di ogni singolo giorno di questi ultimi tre anni, è quella goccia d’acqua che scava, consuma il loro corpo e le loro menti deteriorando violentemente la loro esistenza. Il disagio di queste persone naturalmente ha poi dei riflessi pesantissimi nei vari ambiti familiari. Quindi la parola “esodato” nasconde anche una profondissima solitudine, un consolidato senso di fallimento personale, la perdita della propria identità e un disorientamento nei confronti degli “altri”.
Per una parte della società, e per certe figure politiche, questi cittadini sono fantasmi che meritano una parvenza di attenzione in circostanze precise, per esempio, in periodo elettorale, essendo comunque un bacino di potenziali elettori, oppure quando ne parlano la stampa e la televisione, ma poi cade l’oblio sulla loro sofferenza e immancabilmente ogni tentativo atto a sanare in maniera definitiva questa ingiustizia viene boicottato e cestinato sulla base di infondati pretesti economici.
Per l’opinione corrente gli “esodati” sono solo un costo, ma nessuno ha il coraggio invece di divulgare gli ingenti risparmi, ben oltre le aspettative, che lo scippo del diritto alla pensione perpetrato ai danni degli “esodati” ha generato per le casse dello Stato!
Un ex Presidente del Consiglio, l’On. Letta, l’attuale Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il Presidente del Senato, il dott. Grasso, il Presidente della Camera, l’On. Boldrini, vari altri esponenti di spicco della politica italiana, tutti gli interlocutori istituzionali che abbiamo incontrato in questi 3 anni e, infine, lo stesso Presidente della Repubblica, Napolitano; hanno preso atto e riconosciuto l’ingiustizia e la violazione di diritto compiute ai danni di questi ex-lavoratori; ma, dopo tre anni, il dramma continua ad essere tragicamente irrisolto.
Non si può mettere la parola fine a questa vergognosa vicenda se non viene realmente affrontato il problema!
La Politica deve dar prova di serietà e responsabilità, facendo seguire fatti concreti agli impegni presi a parole dai suoi alti rappresentanti !!
Il dramma “esodati” compie tre anni, non è più possibile quindi che si rimandi la sua soluzione definitiva in termini previdenziali. Soluzione che consenta, anche a tutti coloro ancora esclusi, di poter accedere alla pensione con le norme in corso al momento della loro espulsione dal mondo lavorativo.
Ci appelliamo pertanto al Governo italiano ed a tutti i parlamentari italiani affinché si ponga urgentemente fine a questa grave ingiustizia compiuta contro decine di migliaia di famiglie italiane e si proceda a cancellare questa macchia dal panorama legislativo italiano.
Per la “Rete” dei Comitati degli Esodati, Mobilitati, Contributori Volontari, Donne ESMOL, Esonerati Pubblica Amm.ne, Fondi di Settore e Licenziati senza tutele
Francesco FLORE – Tel. 07803888 – 33899768
(email: comitatiesodatinrete@gmail.com)
I Comitati in Rete
COMITATO AUTORIZZATI AI CONTRIBUTI VOLONTARI
Francesco Flore 3389976878
contributore@tiscali.it
COMITATO MOBILITATI ROMA E NAPOLI
mobilitati.roma.napoli@gmail.com
COMITATO ESODATI PARMA
Claudio Bernardini 3487319914
cbernardini4@gmail.com
COMITATO DIRIGENTI ESODATI
Daniele Martella 3484520007
daniele716@alice.it
COMITATO ESODATI BANCARI
segreteria del comitato – tel. 06 83393835
comitato.degli.esodati.bancari@gmail.com
GRUPPO DONNE ESMOL (ESODATE MOBILITATE
LICENZIATE)
Marta Pirozzi 3772441197
gruppo.esmol@gmail.com
COMITATO MOBILITATI MILANO
Maurizio Vitale 3287639173
tedesco40@libero.it
COMITATO LAVORATORI MOBILITA’ LODI
Arrigo Migliorini
comitatoesodatilodi@gmail.com
COORDINAMENTO ESODATI ROMANI
Emilio De Martino 3661570104
demartino-emilio@virgilio.it
COORDINAMENTO ”MOBILITATI, ESODATI” MILANO
Antonio Perna 3356842999
perna.antonio@fastwebnet.it
COMITATO ESODATI LIGURI
Fabio Cerruti
comitatoesodatiliguria@gmail.com
COMITATO LICENZIATI E CESSATI SENZA TUTELE
Elide Alboni
comitato.licenziati@libero.it
COMITATO FONDI DI SOLIDARIETA’ di SETTORE
FERROVIERI
Marcello Luca 3383182418
comitato.fondisettoreferrovie@gmail.com
COMITATO ESONERATI PUBBLICHE AMM.NI
Meris Cerello
comitato.esoneratipa@gmail.com