Sono tempi soffusi di godimenti letterari e di grandi progetti inclusivi in cui le storie si legano in maniera inedita le une alle altre: la narrazione dei romanzì spagnolì di Javier Marias dal cuore così bianco si sfilacciano verso la solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano; l’entrata in guerra di Italo Calvino precipita dallo scaffale verso le fondamenta degli incurabili di Iosif Brodskij che si è aggrappato con la copertina al diario di un anno difficile del sudafricano J.M.Coetzee… Un continuo andare avanti e indietro nella storia e nella geografia mondiale, evitando per quanto possibile triller e intrighi moderni, dove la guerra dei nostri nonni drammatizzata da Aldo Cazzullo può assurgere all’immortalità di Milan Kundera ineffabile nel suo dissimulare letterario quasi un giovane imbianchino di Riviera che si fa beffe dell’interno argentino di Alberto Ongaro o alle preoccupazioni immotivate di Antonio Tabucchi perché si sta facendo sempre più tardi e il tempo invecchia in fretta…
Non mi rimarrebbe che scrivere una tesi patafisica sul vivere quotidiano e sotto smentite spoglie prepararmi a decifrare il codice Cairo… o salire verso la casa degli abissi che fu dei nonni e al ritorno guardare su iternet il cuore trafitto di Pompei se non temessi le autocitazioni…
Bruno Chiarlone Debenedetti