Einstein Telescope: una grande occasione per la Sardegna
La Sardegna si contende con il Nord Europa la preferenza per la costruzione dell’Einstein Telescope, un interferometro di ultima generazione che studierà i segnali dallo spazio più remoto.
Nel Prossimo futuro la Sardegna potrebbe diventare luogo di ricerca scientifica di altissimo livello. Sos Enattos, la miniera tra Orune e Lula, poco lontano da Nuoro, potrebbe essere scelta come luogo di installazione dell’Einstein Telescope, il progetto per il più grande e sensibile telescopio di onde gravitazionali mai realizzato.
Lo European Strategy Forum for Research Infrastructure (Esfri) ha incluso il progetto nell’aggiornamento 2021 della sua roadmap. Quante possibilità che la Sardegna venga preferita ai concorrenti?
Cosa è un interferometro?
Volendo semplificare, un interferometro è una grande struttura il cui scopo è intercettare onde gravitazionali, ovvero delle deformazioni dello spazio (causate da lontani fenomeni spaziali, come la collisione di due buchi neri) che possono modificare il tempo in cui la luce viaggia da un punto all’altro. Il loro funzionamento è molto delicato, in quanto si parla di modificazioni quasi impercettibili, che anche il minimo rumore, anche la minima vibrazione di origine antropica, possono generare artificialmente.
Un esempio di interferometro è il Virgo di Pisa.
Cosa sarà l’Einstein Telescope
Come riportato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare a dicembre 2018, l’Einstien Telescope “è una sfida ingegneristica, tecnologica e scientifica molto ambiziosa e prevede la realizzazione di un rivelatore di onde gravitazionali di terza generazione, a pianta triangolare, costituito da tre bracci lunghi 10 km ciascuno, per un perimetro totale di circa 30 km. Il rivelatore sarà collocato a una profondità tra i 100 e i 300 metri, per isolarlo dai movimenti delle onde sismiche. Si tratta dunque di un’infrastruttura sotterranea, di dimensioni comparabili a LHC, con bassissimi livelli di rumore ambientale”.
L’INFN, inoltre, spiega che “il salto tecnologico portato da ET permetterà un miglioramento della sensibilità di un fattore 10, pari a un volume osservabile 1000 volte più grande rispetto ai rivelatori di seconda generazione. Progettato per essere sensibile soprattutto alle basse frequenze, ET permetterà di osservare con regolarità e grande dettaglio le onde gravitazionali prodotte dalla coalescenza di corpi compatti, come buchi neri e stelle di neutroni, a distanze cosmologiche, inaugurando così l’astronomia gravitazionale di precisione”.
Le candidature
Inizialmente, oltre a Sos Enattos e al sito olandese (situato nella regione di Limburgo, stretta tra i confini con Germania e Belgio), vi era anche la candidatura dell’Ungheria, poi scartata. Come spiega l’INGV, “per operare al meglio delle sue potenzialità, l’Einstein Telescope dovrà essere realizzato in un’area geologicamente stabile e scarsamente abitata: le vibrazioni del suolo (di origine sia artificiale che naturale) possono, infatti, mascherare il debole segnale generato dal passaggio di un’onda gravitazionale”.
Il sito olandese, per quanto l’Università di Maastricht abbia dimostrato possieda un suolo roccioso e “abbastanza stabile” per ospitare una struttura così sensibile, è situato in un’area pianeggiante e coltivata, e appare meno indicato di Sos Enattos. La miniera nuorese, infatti, è molto più schermata.
Stando alla ricerca dell’INGV, Sos Enattos risulta “uno dei siti più silenziosi al mondo”. Nel 2021 vi sono state polemiche quando a Lula, poco lontano dalla miniera, si era parlato dell’installazione di 15 pale eoliche per la produzione di energia elettrica: le pale, all’apparenza silenziose, producono vibrazioni a bassa frequenza che si riverberano per chilometri nel suolo, cosa che renderebbe la vita impossibile all’E.T. Della resistenza dei sardi a questi progetti energetici non-concordati abbiamo trattato qui.
Einstein Telescope: un’opportunità da cogliere
L’Einstein Telescope ha il potenziale di dare una svolta al territorio di Nuoro e della Sardegna. Come spiega la Regione Sardegna, “si tratta di un investimento infrastrutturale di almeno un miliardo e mezzo di euro, che coinvolgerà in fase di costruzione oltre 2500 persone, e sul lungo termine sarà un grande polo scientifico di valore internazionale, destinato ad attrarre risorse da investire”.
La candidatura è forte, si vedrà se sarà ritenuta la migliore.