Il mare e i suoi benefici sulla nostra salute e il benessere mentale. L’acqua infatti può ridurre anche lo stress, allontanare le tensioni e migliorare il tono dell’umore.
Il mare e i suoi benefici sulla nostra salute e il benessere mentale
Andare al mare ci aiuta a stare meglio. A dirlo è l’opera firmata dal ricercatore Wallace J. Nichols, nella quale evidenzia tutti i benefici di questo elemento. Lo studio evidenzia che osservare l’acqua combatte l’ansia e lo stress, rendendo più sereni e tranquilli. Gli effetti benefici sono però molti altri perché contribuisce a migliorare lo stile di vita.
Solitamente, quando si è al mare si trascorrono più ore all’aria aperta e ci si muove di più. L’esposizione alla luce solare, senza esagerazioni, può favorire il tono dell’umore e facilita la produzione di vitamina D. Si tratta di una vitamina utile per l’apparato scheletrico e al sistema immunitario.
La terapia del blu
Inoltre, lo scienziato sottolinea che il colore blu è in grado di effondere un senso di pace che può agevolare il benessere psicofisico. Tale affermazione è supportata anche da altri studi scientifici e dalla terapia del blu, utile per combattere malinconia e tristezza. Uno studio svolto a Barcellona dimostra che trascorrere del tempo davanti ad uno specchio d’acqua può abbassare la pressione arteriosa e favorire il buonumore facendo aumentare la positività.
Secondo il ricercatore statunitense, il contatto con l’acqua marina è così prezioso perchè l’uomo, durante la gestazione, è vissuto nel liquido amniotico. Non bisogna poi scordare che è proprio l’acqua a costituire il 60% del corpo umano.
Infine, l’acqua salmastra permette l’assorbimento di iodio, un oligoelemento indispensabile per il corretto funzionamento della tiroide.
Il mare aiuta anche chi studia
Nel libro di Wallace si sottolinea che osservare dei panorami caratterizzati dall’acqua può influire anche sul rendimento intellettivo. A conferma di tale tesi vi è un’indagine scientifica che ha riguardato un gruppo di studenti. Una parte di loro soggiornavano in luoghi dai quali si osservavano strade trafficate. Invece, il secondo gruppo godeva di visuali bucoliche. I volontari che osservavano panorami cittadini avevano più problemi di attenzione ed un rendimento meno eccellente rispetto a chi guardava un luogo più ameno.